La vicenda di Francesca Mangiatordi e Francesco Papappicco non è stata dimenticata da migliaia di pugliesi e tantin italiani. Ai due medici perseguitati da alcuni vertici della ASL Bari – per aver denunciato verità scabrose – dunque sottoposti a procedimenti disciplinari infondati, in seguito ai fatti della notte tra il 4 e il 5 marzo 2015, in conseguenza dell’attentato di mafia al Green Table di Altamura, sarà conferito il Premio internazionale  “Rosario Livatino, Antonio Saetta, Gaetano Costa”, consegnato dall’omonima associazione antimafia.

La cerimonia si terrà il prossimo 21 maggio a Catania. Un riconoscimento “per l’impegno sociale a cittadini meritevoli”, che con il loro operato continuano ad onorare la memoria dei tre martiri di mafia. La dottoressa Mangiatordi ricevette una “censura scritta” come nelle migliori tradizioni oscurantiste di questo Paese. Dopo la storiaccia in cui è rimasta coinvolta, ha scelto di trasferirsi a Cremona dove attualmente lavora presso il Pronto Soccorso dell’ospedale della città lombarda.

Contro le malelingue che ancora oggi insinuano illazioni su una sua fuga dal Perinei, la Mangiatordi testimonia la personale scelta, improntata ancora una volta alla ricerca di quella libertà di pensiero e azione che ne hanno caratterizzato i recenti trascorsi personali: «Ho scelto di darmi nuove chances di vita e professionali in un posto dove viene riconosciuto il merito, l’intraprendenza, la voglia di migliorare, l’apertura al confronto».

Francesco Papappicco, il medico del 118 che prestò soccorso a Domi Martimucci, colpito da ben due procedimenti disciplinari, in piena violazione del principio giuridico del “ne bis in idem”, dopo mesi di coraggiose proteste personali, con attestazioni di solidarietà e petizioni online, è stato completamente scagionato da qualsiasi addebito dal Collegio Arbitrale della Regione dopo la cantonata presa dal Direttore Generale della ASL Bari Vito Montanaro, responsabile dei procedimenti intentati ai danni del medico bitontino in servizio al 118 di Gravina in Puglia da diversi anni.

Fin dal primo giorno, abbiamo sposato le ragioni della protesta dei due medici “validi e stimati”, protesta che già dalle prime battute dimostrò, atti alla mano, che dietro gli attacchi diffamatori intentati ai loro danni c’era la longa manus del loro responsabile di servizio Antonio Dibello, primario del Pronto Soccorso del Perinei e direttore ad interim del 118 barese, che il primo giorno di “incatenamento” dei due fu costretto a rassegnare le proprie dimissioni. Francesco Papappicco attende ancora oggi la risposta del direttore generale Montanaro alla sentenza della Regione; aspetta che il governatore Emiliano individui i responsabili del complotto e “gliela faccia pagare”, come promise durante una protesta davanti alla sede della Regione; aspetta la verità sulla gestione dei soccorsi da parte della dirigente della Centrale Operativa del 118 della notte dell’attentato dinamitardo; aspetta le sanzioni per la Annamaria Quaranta, palesemente coinvolta nell’operazione di discredito ai suoi danni.

Chi ci ha messo la faccia, infine, pretende la verità sul complotto ai loro danni e su quella sciagurata messinscena atta a screditarli. Emiliano e Montanaro, perfettamente a conoscenza dei fatti contestati ai due medici, avrebbero dovuto ravvisare episodi di grave scorrettezza se non proprio reati commessi da altri medici, dirigenti e burocrati in subordine a quanto emerso dalle evidenze documentali, registrazioni e relazioni acquisite a verbale.

Non ci risulta invece che allo stato attuale sia stata istituita alcuna commissione di inchiesta, disciplinare o arbitrale, ad esempio per la grave perdita di tempo nell’esecuzione della TAC a Domi e del suo trasferimento al Policlinico, di contro alla ridicola e strumentale sottolineatura di “un ritardo di 4 minuti” contestato a Papappicco sul suo intervento 118, durato in totale solo 24 minuti.

Ancora oggi il clima di astio nei confronti di Francesco e Francesca da parte di alcuni dirigenti e colleghi è palpabile e documentabile. Siamo in grado di fornirvene un esempio, tra i tanti di cui disponiamo, che certo conforterà il nostro punto di vista.

Dopo la manifestazione di solidarietà popolare dell’8 novembre 2015 ad Altamura, Francesco e Francesca, sostenuti da chi ci ha “messo la faccia”, hanno creato un Circolo Culturale Libertario proprio ad Altamura. Giovani e meno giovani lo sostengono e frequentano e se ne può leggere eventi e incontri sul profilo facebook #noiduecimettiamolafaccia.

Senza che ve ne fosse apparente motivo, il gruppo subisce prima invettive e attacchi da Silvio Teot, vicepreside presso l’I.I.S.S. di Altamura, come si evince dal suo profilo FB, che a distanza di qualche giorno dalla presentazione del gruppo #noiduecimettiamolafaccia, apre a sua volta un gruppo Fb (#noitrecimettiamocimettiamolafaccia) scimmiottando quello dei due medici ed esordendo con una foto in copertina rappresentante un fondoschiena scoperto.

Ma il diavolo costruisce le proverbiali pentole senza coperchi. Si scopre infatti che il Teot, guarda caso, è in combutta con uno dei medici del PS del Perinei, che all’epoca dei fatti avevano sottoscritto l’atto di accusa e di dissenso contro la collega Mangiatordi. Da quanto si legge la Mangiatordi sarebbe “bugiarda e inaffidabile” per il collega. A questo segue una serie di batti e ribatti col Teot che afferma “ho deliberatamente scelto di litigarci per farli venire allo scoperto…questa è gentaglia”.

Le considerazioni possibili in merito ad uno scambio in chat di questo tipo, durante gli orari di servizio e per di più utilizzando un pc del PS, le lasciamo alla valutazione dei nostri lettori e ci auguriamo anche di quegli stessi responsabili del pubblico servizio sanitario, così solleciti nel costruire accuse ignominiose nei confronti di chi invece dovrebbe essere premiato e non ingiustamente perseguitato.

Presidente Emiliano, DG Montanaro, se questa è la Sanità “pulita e trasparente” che dite di voler promuovere, inventando castelli accusatori infondati contro chi ha il coraggio di denunciare il marcio, lasciando impuniti e anzi promuovendo complottisti, incompetenti e fancazzisti che fuggono le telecamere e non rispondono delle loro nefandezze, crediamo sarete smentiti dai fatti, come siamo stati sempre in grado di dimostrare e continueremo a fare.