“I giornalisti prendono sempre le notizie da soli e si imputtanano quando sono questioni complesse”. L’uscita a vuoto, l’ultima di una lunga serie, del governatore Michele Emiliano, in una chat Whatsapp con i consiglieri di maggioranza, è un capolavoro assoluto.

Nel pieno di una terza ondata, che continua a dilagare senza freni nella nostra regione, nonostante annunci televisivi che offrono un’immagine distorta della realtà, il presidente della Puglia ha cercato di giustificare il flop della campagna vaccinale, che fa acqua dappertutto, scaricando la colpa sulla categoria della stampa.

Il motivo è semplice e risale a domenica scorsa quando, entrati in possesso della circolare firmata dalla cabina di regia regionale, noi del Quotidiano Italiano, assieme a tutti i nostri colleghi, abbiamo dato notizia della scelta da parte della Puglia di vaccinare tutti gli over 60 a partire da lunedì 12 aprile.

Come facilmente prevedibile, la notizia ha creato in pochi istanti grande confusione. Non certamente per colpa di noi addetti alla stampa, mettiamo subito le cose in chiaro. Per diritto di cronaca infatti abbiamo solo riportato la notizia e messo al corrente tutti di una scelta così importante per la nostra campagna vaccinale.

“In giornata verranno fornite ulteriori indicazioni per evitare l’assalto agli hub vaccinali oltre le dosi disponibili”, le nostre parole all’interno dell’articolo pubblicato domenica mattina alle 10.07.

Abbiamo sottolineato, nello stesso pezzo, come la Regione fosse comunque al lavoro per stilare un programma “ordinato” e abbiamo allertato i nostri lettori su eventuali successive indicazioni, arrivate effettivamente per email tre ore dopo. 

La domanda sorge spontanea: chi tra la stampa e la Regione ha creato più confusione? Non sarebbe stato più consono, ad esempio, stilare un programma già definito per fasce d’età, prenotazioni, date e somministrazioni, prima di emanare una circolare così importante, onde evitare quello che è successo? Chi è il vero responsabile di quanto accaduto in Fiera?

Queste sono alcune delle tante domande che vorremmo sottoporre al governatore Michele Emiliano. Ma ce ne sono tante altre.

Ad esempio, governatore, chi si assume le responsabilità di una campagna vaccinale che è stata classificata fin qui tra le meno efficaci d’Italia, che è stata bocciata pesantemente anche dal Financial Times e che resta una delle peggiori d’Italia per i salta fila? I giornalisti?

A questo il governatore della Regione forse ha già risposto, togliendo la gestione della campagna vaccinale all’assessore Pier Luigi Lopalco, e affidandola al capo della Protezione Civile della Puglia, Mario Lerario. Un gesto che appare come una prima parziale ammissione di responsabilità.

Ma a noi non basta, soprattutto dopo essere stati additati come i responsabili di questo grande caos. Abbiamo trattenuto più volte il respiro, contato fino a dieci, preso tempo e riposto la “penna” nel taschino, mentre ancora oggi siamo costretti a fare i conti con bollettini tragici.

Non è stato facile, non lo è ancora e non lo sarà per diverso tempo. Abbiamo raccolto tante testimonianze, da inizio pandemia, su un sistema sanitario che è tutto tranne quello che viene raccontato, un giorno sì e l’altro pure, in diretta televisiva da Lei e dall’assessore Lopalco.

Abbiamo denunciato sin da subito le criticità del tracciamento dei contagi, con famiglie bloccate in casa e dimenticate per giorni e settimane senza essere sottoposte a tamponi, le difficoltà del sistema 118, che ha dovuto affrontare senza adeguate risorse non una ma tre ondate, fino ad una campagna vaccinale che lascia fin qui davvero interdetti.

Gestire una pandemia non è facile, questo lo sappiamo. La sensazione però è che ad essersi “imputtanata” non sia stata la categoria della stampa, ma la Regione.

Sarebbe forse meglio lasciarci perdere e concentrare tutte le forze nel capire come mai la Puglia è ancora in balia del coronavirus, come mai dopo un anno di pandemia ha raggiunto il picco dei ricoveri in terapia intensiva da inizio pandemia, come mai viene classificata dall’Unione Europea zona rossa scura e potrebbe essere confermata ancora zona rossa mentre le altre regioni italiane sono più vicine al giallo che all’arancione.

Noi continueremo a fare il nostro lavoro, sbagliando anche, ma per il bene della nostra Puglia, è obbligatorio che lei e i suoi più stretti collaboratori facciate lo stesso.

Anche l’Ordine dei Giornalisti della Puglia dell’Assostampa si è espresso in merito. Vi riportiamo di seguito la nota:

“Emiliano non scarichi sui giornalisti responsabilità che non hanno. Il lavoro dei giornalisti è dare le notizie per informare i cittadini. Sorprende, quindi, che il presidente possa screditare un’intera categoria professionale in una chat con i consiglieri regionali di maggioranza. Le frasi attribuite al presidente Emiliano (“I giornalisti prendono sempre le notizie da soli e si imputtanano quando sono questioni complesse”) destano sconcerto e preoccupazione circa il rapporto con la libera stampa e il rispetto del diritto di cronaca che in primis un presidente di Regione dovrebbe tutelare, avendo giurato fedeltà a quei valori costituzionali.

Non è chiaro se il giudizio del presidente della Regione riguardi anche i giornalisti del Financial Times, ma riteniamo che più che offendere un’intera categoria professionale sarebbe semmai opportuno che il Presidente e il suo esecutivo rispondessero alle domande creando – compatibilmente con le restrizioni dovute alla pandemia – le condizioni perché i cittadini, tramite i media, siano correttamente informati. Ci pare, invece, che sia sul fronte delle attività di comunicazione della Regione (che andrebbe rafforzata, come già da mesi sollecitato in richieste di confronto puntualmente snobbate) sia su quello delle relazioni con le testate giornalistiche, al presidente della Regione piacciano solo o le ‘veline’ o le informazioni che non ‘danno fastidio’, attribuendo ai giornalisti la scarsa chiarezza e trasparenza di informazione quando compaiono notizie scomode.

Ebbene, se un giornalista sbaglia c’è sempre lo strumento della rettifica o delle azioni giudiziarie. Se invece svolge il suo lavoro, cioè quello di informare una volta verificate le notizie, sta semplicemente esercitando un diritto e un dovere nei confronti dei cittadini piaccia o no ai pubblici poteri. Piuttosto, come già accaduto in altri casi, ci sembra che anche sui vaccini sia la Regione a diffondere prima le circolari e poi a varare ordinanze esplicative che dovrebbero correggerle. Scaricare sui giornalisti responsabilità che non sono dei giornalisti anche in questa occasione il presidente Emiliano non è riuscito a sottrarsi”.