“Riuscire a vaccinarsi è come vincere alla lotteria”. Questa è la conclusione della collega Annamaria Minunno al termine di una giornata passata nell’Hub della Fiera del Levante in attesa del vaccino per sua madre.

“Siamo tornate a casa alle 21, dopo 5 ore di attesa – sottolinea nel post – Mia madre ha resistito ad ogni tipo di dolore, lei come altre centinaia di anziani che sono rimasti ad aspettare il loro turno. Quando siamo andate via dovevano ancora vaccinare 100 persone. Non si trattano così gli anziani e i fragili. Non si dà appuntamento a tanti alla stessa ora. Che senso ha? Quando ho accompagnato papà nel Palazzetto dello Sport di Carbonara, ogni prenotato aveva un orario diverso. Cosa è successo questa volta? Dove si è inceppato il meccanismo? Sono arrabbiata e mortificata, come tanti altri baresi in questo momento”.

Le immagini girate all’interno del centro vaccinale sono inequivocabili. Gli anziani e i pazienti fragili hanno dovuto aspettare ore, sia all’interno che all’esterno, prima di ricevere la dose del vaccino anticovid. Disagi che sono stati causati verosimilmente dall’ordinanza regionale che ha dato la possibilità alla fascia di età tra i 69 e 79 anni di vaccinarsi senza aver prenotato.

“Se mamma è riuscita a sedersi un po’ anche fuori, se nessuno è riuscito a saltare la fila, se non ci sono state risse o discussioni nel pomeriggio, è stato solo grazie ai volontari e al personale presente. C’era un ragazzo che portava personalmente le sedie a chi non poteva sedersi. Ma è lasciato tutto sempre all’iniziativa e all’impegno personale e non può essere sempre così – conclude – . In un Paese civile non dovrebbe essere così. L’ordine e l’organizzazione, la tutela di tutti, dei più deboli in particolare, dovrebbe essere la prassi”.