Siamo sconcertati, sembra che il male assoluto interno all’Arif sia il “plotone” di amanti, parenti, amici, ma soprattutto presunti mafiosi assunti come interinali nell’agenzia regionale.

Il sistema della parentopoli nella più grossa agenzia pubblica pugliese è noto a tutti, quasi contemporaneamente alla scoperta dell’acqua calda. Tutti sanno, ma in pochi negli anni hanno chiesto e ottenuto una radicale pulizia delle molteplici torture di quel carrozzone.

Il vero scandalo all’Arif sono le coperture politiche e istituzionali di cui hanno sempre goduto gli approfittatori, economici o elettorali. Il direttore generale, Domenico Ragno, in queste ore le sta provando tutte nel tentativo di restare attaccato alla poltrona che lo condurrà a una tranquilla pensione.

A Domenico Ragno, autore di una commovente autodifesa (che pubblichiamo qui sotto e alla quale ci riserviamo di replicare), diciamo che deve andare a casa. Difende la razionalizzazione del personale, ma non sapeva che alcuni dirigenti dell’ente hanno continuato ad approfittare della loro posizione; racconta di inchieste interne sulla assunzione di presunti affiliati al clan del Gargano, ma a Foggia c’è gente onesta che viene trattata come bestie. C’è voluta la nostra inchiesta sull’uso improprio delle “auto blu” o sulla parentopoli del progetto maggiore, affinché prendesse la tardiva decisione di bloccare l’uso di quelle macchine e fare una ricognizione per sapere quanti e quali figli di lavorassero nell’agenzia che dirige. Il monitoraggio sulla Xylella a cui fa riferimento Ragno, è stato così eccezionale e meritorio da non essere riuscito a scongiurare l’approdo della fastidiosa alle porte di Bari.

Il vero scandalo interno all’Arif è la distrazione di chi dirige e il silenzio di chi sa e non parla per convenienze di vario tipo. In conclusione, al netto di dietrologie qualunquismo e demagogia, che in queste ore si sprecano ovunque, vogliamo dedicare l’ultimo pensiero agli operai irrigui e forestali che con questo bordello non hanno nulla a che fare. Non sappiamo quanti siano effettivamente, ma ci sono. Uomini e donne che lottano da sempre per avere un numero congruo di giornate lavorative annue in grado di assicurare a loro e alle proprie famiglie una vita dignitosa. Speriamo che quello tra Emiliano e l’assessore Di Gioia non sia stato il solito teatrino buffo della politica.

La replica di Ragno:

Le notizie diffuse da organi di stampa riguardo indagini su presunti scandali per assunzioni di amici, parenti, amanti e di altre irregolarità gettano gravi ombre sull’Arif e sul suo operato complessivo. Particolarmente preoccupanti sono le notizie relative alla presenza tra i lavoratori di personale vicino ad ambienti legati alla malavita, da me assolutamente sconosciuta e sulla quale mi attiverò immediatamente. Ciò detto, nel confermare la massima collaborazione con la magistratura per le indagini in corso non posso che rivendicare l’impegno e il lavoro svolto dal sottoscritto nell’opera di risanamento e ristrutturazione (ancora da terminare) dell’Ente, cosa riconosciuta pubblicamente a vari livelli, nonostante le resistenze interne. In poco più di 2 anni si è passati dai 700 interinali del 2015 (basti ricordare i 12 addetti per 1 pozzo) ai poco più di 300 attuali, razionalizzando il lavoro. Si sono realizzati regolamenti, sono stati fatti ruotare i lavoratori in conflitto di interesse, sono stati disciplinati gli incarichi legali e altro. Senza contare il duro lavoro quotidiano per le attività istituzionali vecchie e nuove (risparmiando negli ultimi 3 anni 13 milioni di euro rispetto al 2015) e l’ampliamento delle prospettive di intervento e di lavoro a tutela del territorio regionale. Infine, il monitoraggio della Xylella in Puglia, la più grande e capillare indagine a livello mondiale sul territorio, di cui si è arrivati alla terza edizione, che ha raccolto il plauso della Commissione Europea e conosciuta a livello internazionale. Il tutto realizzato da un’Agenzia ritenuta sino a poco tempo prima solo un carrozzone clientelare.

Nel garantire, come è stato fatto finora, la massima collaborazione con gli organi di polizia giudiziaria, preme precisare alcune questioni.

In primo luogo in relazione al ricorso al lavoro somministrato, cui oggi attingono la quasi totalità delle Pubbliche amministrazioni in Italia e regolate dal Decreto Legislativo 165/2001 (disciplina del Pubblico Impiego) e dal Decreto legislativo 81/2015 (Jobs Act, oggi modificato) in sostanza gli enti pubblici non procedono ad assunzioni dirette ma utilizzano personale in somministrazione, secondo definite procedure, assunto tramite agenzie autorizzate e in missione presso l’Ente stesso. In pratica, in questo caso  non si applica la disciplina per l’accesso alle pubbliche amministrazioni, ma procedure diverse, delegando la selezione del personale alle agenzie affidatarie. Selezione che è avvenuta in base a criteri concordati, per gli operai, con apposito verbale sindacale del 10/05/2018 e per altro personale con quelli della L.R. 33/2017.

Le vicende legate alla cosiddetta “parentopoli” si ritiene siano quelle già oggetto di polemiche circa 1 anno fa e sono relative ad assunzioni realizzate, tramite agenzia, dal precedente Direttore generale, con scadenza 31/12/2018. E come già avvenuto nel corso del mio servizio in Arif, senza alcuna eccezione, non vi è stata alcuna proroga.

Riguardo le “consulenze”, in poco meno di 3 anni di permanenza presso l’Arif, sono state attivate solo 4 collaborazioni, tutte secondo le procedure di legge e ricadono sotto la fattispecie “servizi” nel Codice degli appalti.

Poi in merito alle assunzioni di 7 unità (su 10 richieste, in quanto per 3 profili non si sono ritenute valide le proposte prevenute all’Agenzia interinale) di personale in somministrazione per esigenze di ufficio, si precisa intanto che solo 5 sono attualmente in servizio e che l’espletamento della selezione è avvenuto su piattaforma telematica dell’Agenzia incaricata ed è stata attiva per diversi giorni. Sono pervenute 163 candidature, tra le quali sono state selezionate le unità lavorative in questione.

Ciò detto certamente c’è ancora molto lavoro da fare, l’Agenzia ha bisogno ancora di profonde modificazioni per farla diventare pienamente efficiente e moderna (in primo luogo personale tecnico, fondi adeguati e mezzi) e ben vengano tutte le iniziative tese a fare chiarezza sulla complessa vicenda dell’Arif.

Domenico Ragno
Direttore Generale Arif