Il 3 dicembre del 2014 avevamo raccolto la denuncia di alcuni residenti di Barivecchia. In strada San Sebastiano viveva in condizioni disumane Pinuccio Angiuli. La sua sua storia aveva commosso l’Italia intera. Dopo il nostro intervento Pinuccio era stato ospitato nelle strutture della Cattedrale di Bari in attesa che il Comune gli rimettesse a nuovo il tugurio. A febbraio dell’anno dopo Pinuccio abbracciò l’assessore al Welfare, Francesca Bottalico, contento per il “miracolo”.

Sono passati più di 5 anni e di cose ne sono successe tante. Pinuccio sta meglio, continua ad avere problemi con l’alcol, ma le sue condizioni generali sono decisamente migliori rispetto a quando l’avevamo sorpreso al buono nel tugurio.

Pinuccio, che ormai di anni ne ha 60, ci accoglie con un gran sorriso, felice di rivederci. I ragazzini del centro storico continuano a bussare fastidiosamente alla sua porta e il cartongesso che non ha rotto prendendolo a pugni per la rabbia, porta evidenti i segni dell’umidità. Ciò che ci consola è il fatto che da allora i servizi sociali continuino a fargli visita, a sincerarsi delle sue condizioni, nel caso a pagargli le bollette.

I vicini gli offrono da mangiare e il rapporto non è più teso come un tempo. Una vigilanza costante come quella che dovrà certamente essere assicurata a Lello e Angela, i due fratelli in condizioni disumane nella loro casa al quartiere Libertà. Ciò che abbiamo appreso nelle ultime ore è la parentela di Pinuccio con Lello e Angela. L’uomo è il cugino di Vincenzo, papà dei due fratelli.

“Non hanno il padre – ci dice Pinuccio – non sanno come comportarsi. Sono andanti diverse volte da mia sorella a chiedere da mangiare, ma mica può badare a loro. L’ultima volta si sono visti prima di ferragosto”. Un’altra testimonianza di come pur avendo diversi parenti in vita, Lello e Angela sono di fatto soli.