Giuseppe Amoruso, pescatore barese 73enne, ritorna a far correre il suo pesce sulle strade del Libertà. Il pescato del giorno, poca roba a dirla tutta, viene trascinato sotto al sole nei secchi sul carrello di fortuna.

Alcuni giorni fa Peppino, come lo chiamava la gente indignata per l’intervento della Polizia Locale, era stato fermato all’angolo di via Crispi. Gli agenti avevano provveduto a sequestrare e distruggere i prodotti, conducendo lo storico pescatore al Comando per gli accertamenti e le sanzioni del caso, evidentemente restituendogli il carrello. Avevamo accompagnato in moto Giuseppe a prendere la sua insufficiente licenza.

In questi giorni il pescatore ha ripreso ad andare in giro per vendere il frutto del suo duro lavoro, per strada e non sulla battigia a ridosso della sua barca come c’è scritto sulle carte mostrate agli uomini della Polizia Locale.

Non riusciamo, pur sforzandoci, a capire cosa davvero si intenda fare per contrastare il fenomeno dell’abusivismo. I controlli sporadici e le multe che di tanto in tanto si elevano e molto spesso non vengono pagate, a questo o a quello, un giorno si e qualcun altro no, ai pescatori e non agli orecchiettifici per esempio, danno il sollievo momentaneo alle coscienze di qualcuno, ma non risolvono il problema di chi va a caccia del pane quotidiano facendo concorrenza sleale ai tanti commercianti sull’orlo di una crisi, economica e di nervi.