Nella vicenda del Presidio di Riabilitazione Padre Pio, a Capurso, oltre all’amministratore della GMS Lucio Pellicani, l’altro che vuole davvero capire cosa stia succedendo e soprattutto che destino attende sia la struttura che il personale, è Pasquale Uncino, amministratore unico della Mefir.

La Mefir, per chi non lo sapesse, è intervenuta versando un milione e mezzo di euro al fine di sanare sei mesi di stipendi non pagati dalla GMS, in modo da acquistare il ramo d’azienda e ottenere il conseguente accreditamento presso il Servizio Sanitario Regionale. La situazione, insomma, sembrava essere risolta già nell’estate del 2016, quando Mefir, GMS e i sindacati avevano sottoscritto un accordo.

In sostanza l’intesa, in cambio del versamento, prevedeva il subentro totale della Mefir nella gestione del Centro. Così non è stato, perché, nonostante l’esborso, la struttura è ferma e la Mefir non è stata accredita. Non solo la beffa, ma anche il danno del nuovo bando della Asl per l’accreditamento del Centro Padre Pio, contro cui è stata presentata richiesta di sospensiva al Tar. La decisione del Tribunale Amministrativo Regionale è attesa nelle prossime ore.

“Con l’operazione – ha spiegato Pasquale Uncino – avremmo potuto salvare tutto il personale dipendente e mantenere alto il servizio di assistenza. Il lasso di tempo trascorso tra gli atti ufficiali di cessione del ramo d’azienda, il riaccreditamento, i ricorsi, stanno mettendo in serio pericolo l’attività della GMS, senza dimenticare che la Mefir ha versato una ingente somma di denaro”.

“Una situazione come questa mi sembra davvero singolare – ha aggiunto -. A leggere i giornali, vengono fuori anche altre notizie, un po’ di preoccupazione c’è. Sarebbe molto più semplice verificare meglio la situazione della cessione di ramo d’azienda e porre fine a questo disastro”.