L’oncologo barese Vito Lorusso, arrestato il 12 luglio per concussione e peculato e sottoposto agli arresti domiciliari dal 15 luglio, avrebbe denigrato colleghi e aziende sanitarie per convincere i malati di cancro che attraverso il suo intervento avrebbero potuto accedere alle cure per corsie preferenziali. Il medico avrebbe definito “una presa in giro” il sistema di prenotazione pubblico “PugliaSalute” e in merito al Servizio sanitario nazionale e all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, dove lavorava, avrebbe detto che era “un gran disordine”.

Nonostante ci sia qualche paziente che lo difende e lo ringrazia, sarebbero 19 gli episodi illeciti perpetrati dall’oncologo 69enne tra il 20 giugno e il 12 luglio e, considerando che il medico per alcuni giorni è stato assente per ferie o altri impegni, “non vi è stato neanche un giorno in cui non ha commesso un reato di peculato o concussione”, come riporta l’ordinanza.

La Polizia Giudiziaria ha ricostruito il caso di una donna che il 29 giugno avrebbe pagato all’oncologo 100 euro all’esito di un follow up, il monitoraggio delle terapie per valutare l’efficacia dei trattamenti. Lorusso, per farsi pagare, avrebbe scredito il servizio pubblico affermando: “Non ti voglio mandare al Cup, che fanno a scaricabarile e lì fanno a gara a chi lavora di meno”. Il professionista avrebbe poi fissato due appuntamenti alla paziente, chiedendole di avvisarlo via WhatsApp prima di recarsi in ospedale. Il 6 luglio la donna avrebbe comunicato a Lorusso che non sarebbe riuscita a pagare 300 euro come il mese precedente a causa di alcune difficoltà economiche, scoppiando anche a piangere davanti al medico. L’oncologo le avrebbe risposto: “Per oggi mi prendo 50, va bene?”.