“Dove si fa la coda…io cerco di evitarti ovviamente tutti quei…quelle rotture di palle”, queste le ultime parole pronunciate dal primario dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, Vito Lorusso, prima di essere arrestato la mattina del 12 luglio, dopo aver appena intascato una mazzetta di 200 euro da un paziente oncologico in occasione di una visita di controllo, garantita gratuitamente dal sistema nazionale sanitario.

Stando all’accusa, il professionista, sospeso ieri dal servizio, sarebbe stato solito chiedere denaro in cambio della promessa di far saltare le liste d’attesa. Lorusso era nel mirino degli investigatori ormai dallo scorso giugno, quando il figlio di un suo paziente oncologico defunto aveva deciso di denunciarlo, dopo essersi accorto che suo padre aveva sostenuto spese eccessive per le cure per legge gratuite. Da quel momento le Forze dell’Ordine hanno installato le telecamere nello studio del primario all’interno dell’istituto Tumori e accertato la condotta illecita.

Nel verbale d’arresto si legge che Lorusso avrebbe chiesto denaro a persone malate, “alcune delle quali anche in precarie condizioni economiche”, una “spregevole consuetudine dell’oncologo scevra da quell’etica professionale che un medico dovrebbe avere”. Tuttavia, c’è un paziente pagante che lo difende, sostenendo che il medico gli abbia salvato la vita.