I dipendenti della catena di supermercati vittime di presunti abusi, sfruttamento e pressioni psicologiche, non si arrendono alla loro condizione lavorativa. Dopo la lunga ispezione subita dall’azienda, interrogano il presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni. Sono convinti che dal blitz sarebbero emerse almeno delle incongruenze e per questo chiedono di conoscere gli esiti degli accertamenti e, nel caso fossero emerse irregolarità, di provvedere alle sanzioni previste dalla legge.

LA LETTERA AL PRESIDENTE GENTILONI – Buongiorno Presidente Gentiloni, chiedo a gran voce un suo intervento in riferimento alle mie tante richieste fatte a voi e alla denuncia presentata all’ispettorato del lavoro di Bari in merito alla grave situazione lavorativa che viviamo nei supermercati di una nota catena barese.

Le chiedo come sia possibile che, nonostante le diverse visite ispettive degli organismi competenti avvenute in questi mesi, che hanno dato i loro frutti attraverso le varie dichiarazioni fatte da altri miei colleghi e dalle prove recuperate, non sia ancora cambiato nulla.

C’è stato per caso un accordo per cui si è deciso di non procedere, per la paura di lasciare più di 600 persone senza lavoro? Avete per caso abbassato la testa in modo da lasciare liberi i proprietari di proseguire nella propria azione disonesta, sfruttando continuamente i lavoratori, reato da voi iscritto nel codice penale come caporalato e al furto continuo ai danni dello Stato e di noi lavoratori della tredicesima e della quattordicesima mensilità?

Se così fosse, avrebbe vinto per l’ennesima volta l’illegalità, avrebbe vinto per l’ennesima volta gruppi di poche persone senza scrupoli, che si arricchiscono non con le loro capacità, ma con la furbizia e l’inganno, sfruttando la disperazione e la totale impotenza dei loro subalterni.

Bene signor Presidente, prendendo atto della situazione, le chiedo:cos’altro dobbiamo fare per ottenere i nostri diritti sanciti da una Costituzione scritta con il sangue? Dobbiamo per caso presentarci a Roma e incatenarci al Parlamento? Dobbiamo rendere pubbliche le nostre numerose richieste fatte a voi per dare agio ai vostri oppositori?

Confido nel suo intervento e la saluto cordialmente ringraziandola per il suo interessamento.