Con molta probabilità, come scritto dai soliti disfattisti, Mario Draghi non avrà neppure visto la lettera dell’ex dipendente di una nota catena barese di supermercati, pubblicata nel pieno del G7. Nella missiva si parlava indirettamente di economia, denunciando una serie impressionante di soprusi ai danni dei lavoratori, particolarmente sotto pressione e mal pagati.

Tra le quasi 20mila visualizzazioni che quella lettera ha totalizzato, devono esserci state sicuramente quelle di diversi dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro, che ieri hanno fatto visita agli uffici e ad alcuni punti vendita di quella nota catena di supermercati.

Secondo quanto abbiamo potuto sapere, la lettera sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un paio di denunce. Gli ispettori avrebbero ascoltato personale amministrativo ed alcuni commessi, recuperando notizie particolarmente interessanti, che in buona parte coinciderebbero con quelle riportate nella lettera. Ma siccome le parole se le porta via il vento, pare siano stati acquisiti alcuni documenti contabili e recuperati anche i programmi per la rilevazione delle presenze. In questo modo si potranno effettuare controlli incrociati.

Chissà, forse il vero destinatario di quella lettera non era Mario Draghi, ma l’Ispettorato del Lavoro. Così fosse, l’ex dipendente avrebbe raggiunto il suo intento: far intervenire le autorità competenti per approfondire un presunto e clamoroso sfruttamento sul posto di lavoro, purtroppo particolarmente diffuso e ai limiti della schiavitù.