Pane e Pomodoro, spiaggia di Bari che ormai da tempo è teatro di borseggi e furti alla luce del Sole, ha mietuto altre due vittime malcapitate. Dei ragazzi baresi, che stavano passando una tranquilla giornata al mare, si sono ritrovati “spogliati” di tutto dopo essersi rilassati e addormentati per circa 30-40 minuti.
Uno dei due giovani ha così deciso di recapitare una lettera via social al sindaco Antonio Decaro, un messaggio colmo di amarezza e rabbia che racconta: “Dopo un’intera giornata fra Carabinieri, posta, banca, ore a scavare nella sabbia (sotto gli occhi giudicanti e divertiti dei bagnanti) alla ricerca disperata e speranzosa di ritrovare qualcosa, ormai stanco e con lo stomaco definitivamente chiuso, mi ritrovo qui a scriverle di come due normalissimi ragazzi speravano di passare una tranquilla serata su quella spiaggia che dovrebbe essere un punto di ritrovo, una perla della nostra città – poi continua con tristezza -. È così che, come solo nelle migliori favole accade, puff come per magia, erano sparite tutte le nostre borse, con annessi documenti, chiavi dell’auto, cellulare, carte di credito, una chiavetta con foto personali, ricordi e ciliegina sulla torta, un bel macbook, di cui principalmente non mi interessa il valore economico, ossia i 2mila euro che ora non posso permettermi di spendere per riacquistarlo, dato che intelligentemente ho deciso di morire di fame facendo il musicista; ma un valore non posso darlo a tutto il lavoro, i progetti, le registrazioni create in questi tre anni, tutto ciò che preparavo per il mio futuro“.
Il ragazzo continua sottolineando come, talvolta, chi compie l’atto di rubare, non si appropria solo di un bene dal valore economico, ma di tutto il lavoro e i sacrifici di persone oneste, che vanno ben oltre il semplice denaro: “Io non potrò perdonarmelo mai, perché mi hanno tolto TUTTO, ecco cos’era per me quel pc, il mio passato, ma anche il mio futuro e non posso che colpevolizzarmi per aver dato scioccamente fiducia alla mia città e a chi la abita, ovviamente non eravamo soli in spiaggia, ma nessuno ha visto niente“.
La lettera si conclude con una richiesta, o meglio, una supplica al primo cittadino barese: “Quello che le chiedo io, da umile cittadino, senza alcuna intenzione di colpevolizzarla, è di provare a fare qualcosa, che siano controlli, videosorveglianza, luci, o qualsiasi altro provvedimento che sicuramente, chi di competenza, meglio sa essere utile rispetto ad un ragazzo incosciente, che con le sue parole colme di rabbia e ribrezzo, spera solo che nessun altro mai possa provare quello che abbiamo vissuto noi in queste ore”.