“Lavoravo 14 ore al giorno e prendevo 700 euro a settimana”. Con un velo di commozione negli occhi, Corrado ricorda i tempi andati. Oggi, come abbiamo avuto modo di raccontare, dorme per terra sul pavimento gelido nella stazione di Trani, ma la sua vita non è stata sempre così.

Ci sono stati anni decisamente migliori: “Al sabato li vedevo i soldi” ricorda, pur nella consapevolezza di averli sempre dovuti sudare. “Ho sei figli, quando lavoravo non gli ho fatto mai mancare niente”.

Già, i figli, il grande rammarico di Corrado: “Il più piccolo si vergogna di me, perché dormo alla stazione. Mi piacerebbe tanto incontrarlo, non ci vediamo da quattro mesi; è un bravissimo ragazzo, diplomato, giocava prima nel Trani e poi nel Corato”.

Per Corrado una buona notizia c’è, uno spiraglio. Il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, che pure avevamo già sentito ed era al corrente della sua situazione, ha preso carta e penna per scrivere alle autorità preposte, come già aveva fatto a novembre scorso senza tutta via ricevere risposta.

A Corrado serve un posto caldo dove poter dormire, una struttura che lo accolga, però dipende prima di tutto da lui: “Possiamo andare in ospedale in qualunque momento – ha affermato con foga -, non troverete alcol nelle mie vene, non sono un alcolizzato. Whisky, super alcolici, quella roba non la bevo; quella bottiglietta di vino mi dura tutta la notte e mi serve solo perché fa freddo”.