Halloween, a Modugno non si festeggia: il sindaco vieta maschere e alcolici

Domenico Gatti, primo cittadino del paese pugliese, con un’ordinanza ha espressamente posto il divieto di indossare maschere tra i vicoli della città, per un arco di tempo che va dalle ore 21 del 31 ottobre alle ore 7 del giorno successivo. Inoltre, estende un’ulteriore proibizione: vieta la vendita di bevande alcoliche “per asporto e consumo in luogo pubblico” e “l’abbandono in luogo pubblico o di uso pubblico di qualsiasi contenitore vuoto di bevande, alimenti, rifiuti ed altri oggetti che possano creare pericolo”.

Per i modugnesi questa decisione non rappresenta una novità, infatti per il quarto anno consecutivo devono rinunciare ai festeggiamenti di Halloween tra le strade del proprio comune. Nel 2010 al posto di Gatti vi era Rana e, all’epoca, il Sindaco motivò la sua decisione, definendo tale evento come una “festa oggettivamente blasfema”, e invitò gli altri sindaci di comunità cattoliche a seguire il suo esempio.

Oggi Gatti sposta la sua attenzione verso il problema del vandalismo. Il primo cittadino dichiara di aver preso questa decisione, in modo da evitare il verificarsi di molteplici episodi di criminalità che, a quanto pare, molte volte sarebbero agevolati da maschere che celano la vera identità.

Nonostante questa festa abbia trovato spazio in Italia da appena 20 anni, le sue origini sono antichissime e si fanno risalire ai tempi delle popolazioni Celtiche nelle isole britanniche. Secondo le antiche leggende, gli spiriti delle persone decedute nel corso dell’anno, si “rianimavano” nella notte del 31 ottobre. I sopravvissuti per non essere infastiditi cercavano di rendere poco accoglienti le proprie abitazioni mettendo così in fuga gli ospiti indesiderati.

Anche nel 2011 Modugno non vivrà questa festa, ma nel resto di Italia l’emblema, nella notte del 31 ottobre, sarà sempre lo stesso: dolcetto o scherzetto?

Roberta Lisco

“Medimex”, Bari accoglie la prima Fiera delle Musiche del Mediterraneo

E in previsione della prima “Fiera delle Musiche del Mediterraneo”, organizzata da “Puglia Sounds” «allo scopo di incentivare scambi artistici e rapporti commerciali e sostenere lo sviluppo dell’intero comparto musicale», il Comune di Bari ha lanciato un bando agli esercenti commerciali e alle associazioni cittadine disponibili a ospitare concerti all’interno dei propri locali, al fine di «dar vita ad un unico articolato programma di eventi musicali dislocati in tutto il territorio cittadino».

Si tratta di “Bonus track”, un’iniziativa frutto del protocollo d’intesa tra l’Assessorato alle Politiche Educative e Giovanili e “Puglia Sounds” e che ha raccolto circa 20 adesioni da parte degli esercenti: nelle sere del 25 e 26 novembre, dunque, performance musicali di giovani artisti emergenti, «faranno da corollario a quello che sarà un evento che rappresenta una grande occasione per tutti gli operatori del settore musicale indipendente nella città di Bari», ha dichiarato l’assessore Fabio Losito.

Infatti, tra convegni internazionali, showcase, workshop e incontri d’autore distribuiti tra il 24 e il 27 novembre negli spazi della più importante Campionaria del Mediterraneo, «avremo delle proposte culturali che difficilmente vedremo passare da queste parti, perché si tratta di proposte nuove che sono venute a Bari proprio per promuovere la propria attività», ha continuato l’assessore.

Una volta chiusi i lavori in Fiera, l’essenza di questa manifestazione si trasferirà nei locali della città per diventare fruibile a un pubblico più ampio. A carico degli esercenti commerciali saranno solo il catering per gli artisti e l’eventuale integrazione di strumenti musicali richiesti. Il Comune e “Puglia Sounds” si occuperanno, invece, di pubblicizzare l’evento e coprire le spese relative alla Siae e ai service audio di base (mixer e casse). L’ingresso al pubblico sarà libero. Tutto, insomma, è stato predisposto per permettere all’organizzazione, ai protagonisti e agli ascoltatori di aderire numerosi alla manifestazione.

Agli artisti locali, invece, “Bonus track” riserverà la possibilità di far conoscere i propri prodotti discografici a critici, giornalisti, produttori e addetti del settore, sviluppando così delle relazioni positive in termini di promozione di quanto è figlio della nostra terra in campo musicale: in un contesto nazionale in cui si tende a tagliare gli investimenti nel settore culturale, la Puglia, al contrario, continua a investire in esso, non senza un concreto tornaconto:

«L’ambito musicale è quello che maggiormente ha dato prestigio al nostro territorio, – ha spiegato Losito – nel senso che abbiamo una tradizione consolidata di musicisti che hanno riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, dalla musica indipendente, al jazz, alla classica», merito anche del Conservatorio di Bari, secondo a Milano per numero degli iscritti.

Alessandra Morgese

Gravina, duro colpo al clan Di Palma: sequestrati beni per 20 milioni

Le operazioni delle forze dell’ordine, cominciate a febbraio di quest’anno, seguono il filone di un’inchiesta partita nel settembre dello scorso anno a seguito di un approfondimento sulla situazione patrimoniale di Raffaele Di Palma, e sulle sue agiate condizioni di vita in forte contrasto con la dichiarazione di redditi effettuata dallo stesso. Di Palma è ritenuto un pericoloso esponente della malavita locale in associazione con i clan Mangione, Gigante e Matera.

L’ipotesi degli inquirenti è che queste ingenti disponibilità economiche derivino da attività illecite e che poi vengano reinvestite in attività di copertura. La Procura antimafia di Bari, in tal senso, sta agendo con importanti interventi di sequestro ai beni dei clan nella convinzione che intaccare i fondi delle associazioni mafiose possa risultare un intervento decisivo per la lotta alla mafia. Già nel febbraio di quest’anno la procura era intervenuta in un sequestro preventivo tra mobili e immobili a Bari e  province limitrofe, per un valore di 30 milioni di euro.

In un attacco continuo a marzo il sequestro portò alla sottrazione di beni per un valore di oltre un milione di euro, mentre nell’aprile scorso un ulteriore sequestro ha portato alla confisca per un valore complessivo di oltre 300mila euro a cui aggiungere quelli odierni. Le operazioni delle squadre antimafia hanno portato solo ieri ad un’altra maxi operazione nel Napoletano dove gli agenti della polizia e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Dda partenopea, hanno effettuato un sequestro tra beni immobili e società per un importo complessivo di oltre 200 milioni di euro nei confronti del gruppo camorristico riconducibile al clan Mallardo, operativo nel territorio di Giugliano.

Nicoletta Diella

Gabriella Genisi presenta il libro “Giallo ciliegia”, il nuovo caso della sexy-commissaria Lolita Lobosco

Quale altro caso dovrà risolvere la procace commissaria in ‘Giallo ciliegia’? Promossa commissario dopo aver brillantemente risolto il primo caso in ‘La circonferenza delle arance’, Lolì è pronta a rimettersi a lavoro, ormai cresciuta e consapevole delle sue capacità.

“Finiti i rituali del mattino (le spremute d’arancia e la vista del mare) Lolì arriva sul posto di lavoro come sempre di buon umore”, a stravolgere la sua giornata due donne di Bari Vecchia che chiedono di lei. Lolita che era già pronta a sbrigare la montagna di pratiche accumulatesi sulla scrivania, dovrà cambiare i suoi programmi per mettersi alla ricerca di Sabino Lavermicocca, “bel pescatore con il vizio delle ‘fuitine’ amorose, scomparso nel nulla”. Insieme ai suoi inseparabili collaboratori Tonino Esposito e Antonio Forte, la commissaria arriverà fino in Montenegro.

Per capire lo stile di Gabriella Genisi basta leggere qualche riga del suo libro: “Perché se a Parigi girano con la baguette sott’al braccio, noi a Bari d’abitudine passeggiamo con la focaccia bollente tra le mani. E certe volte con mezza ruota, due mozzarelle fiordilatte, qualche pomodorino e una Peroni risolviamo pure la cena”. A quasi dieci giorni dall’uscita ufficiale, dopo la conferenza stampa tenutasi a Venezia organizzata dalla casa editrice Sonzogno, e dopo la prima presentazione (come di prassi, e anche un po’ per scaramanzia) a Mola di Bari (città in cui vive l’autrice) ecco arrivare nelle librerie il secondo caso della sexy-commissaria Lolita Lobosco.

‘Giallo ciliegia – La nuova inchiesta della Commissaria Lolì’ è un giallo, ma non solo. È il ritratto di una città che non vuole essere ricordata solo per inchieste e scandali, ma anche per le sue antiche tradizioni, per i suoi colori, profumi e sapori. Le ciliegie di oggi e le arance di ieri di Lolita, amica ed ex collega del più famoso Salvo Montalbano, non hanno niente da invidiare agli arancini di “Montalbano sono!”.

La stessa autrice racconta come è nata la sua Lolì:

“Lolita nasce come personaggio nel dicembre 2006, ma porto a termine la stesura del libro solo nel settembre 2009. Un mese dopo Lolita aveva già un editore importante (Marsilio/Sonzogno) che manifestava interesse affinché il personaggio diventasse seriale. I punti di forza – continua la Genisi – sono il suo essere meridionale e femmina a tutto tondo, di essere un’istintiva, e di non scimmiottare gli uomini nello svolgimento del suo lavoro. E di piacere indifferentemente sia agli uomini che alle donne: i primi la desiderano, le altre si ritrovano in lei. Lolita non è costruita, è una donna vera, una di noi. La signora del secondo piano. Arriva in tv dopo che il libro viene selezionato nella sezione Industy Book dell’edizione 2010 del Festival del Cinema di Roma, dove 12 libri adatti a trasposizioni televisive o cinematografiche vengono presentati a produttori e cineasti”.

Sul piccolo schermo, infatti, presto vedremo in una fiction in sei puntate diretta da Ivan Cotroneo, novello sposo di Paola Cortellesi e già regista di ‘Tutti pazzi per amore’, la procace commissaria Lolita Lobosco, interpretata dall’attrice Micaela Ramazzotti. Per un assaggio di ‘Giallo ciliegia’ l’appuntamento è oggi 28 ottobre alle 18.30 alla Feltrinelli di Bari, saranno presenti l’autrice Gabriella Genisi, la giornalista di Antenna Sud Annamaria Minunno e Nicoletta Florio.

Mariangela Deliso

 

Bari dice addio a Damiano Russo: mercoledì i funerali a Poggiofranco

Durante la commemorazione dell’amico e collega celebrata domenica da coloro che non potranno presenziare alle esequie a Bari domani, è stata tanta la commozione e gli interventi di coloro che lo hanno conosciuto e amato come persona prima ancora che come collega.

Da Laura Chiatti a Sergio Rubini a Raul Bova, sono tante le parole commosse rivolte a questo ragazzo che entrato nel mondo del cinema a soli 13 anni con il film “Io non ho la testa” con la regia di Michele Lanubile e nel 1999 interprete del film “Tutto l’amore che c’è” diretto da Sergio Rubini, era riuscito a conquistare il cuore  ele cineprese di coloro che hanno creduto nelle sue capacità e nel suo modo gentile educato e mai pretenzioso come ricordato dal regista Pupi Avati. Il regista nel ricordarlo ha raccontato qualche aneddoto e lo ha descritto come un attore dotato di quella sensibilità che riesce a stupire un regista disincantato come me, che la gioventù l’ha abbandonata da tempo.

“L’ho diretto in ‘Una sconfinata giovinezza’  –  ha ricordato il regista –  ed era riuscito a convincere tutti, dagli attori ai macchinisti, agli operatori. Su quel set Damiano si conquistò una seconda famiglia. All’inizio della scorsa settimana – ha aggiunto – l’ho incontrato per un progetto, gli ho fatto un provino e ancora una volta mi ha sorpreso. Sapevo che suonava il pianoforte, ma non immaginavo in quel modo così lieve e allo stesso tempo profondo. Abbiamo girato la scena in presa diretta e la sua esecuzione è stata perfetta”. Del suo carattere il regista desidersottolineare che Damiano era “un ragazzo senza tanti grilli per la testa, preciso, attento, talentuoso e modesto – e ricordando un particolare ha concluso – proprio in ‘Una sconfinata giovinezza’ abbiamo sbagliato a scrivere il suo nome, e storpiare il nome di un attore è come prenderlo a schiaffi. Lui però non solo non protestò, ma non ci disse una parola. Siamo noi che gli abbiamo chiesto scusa”.

Damiano Russo della sua gentilezza in vita ha lasciato un segno tangibile anche nella sua dipartita con la donazione degli organi regalando una nuova speranza per chi soffre.

Nicoletta Diella

Ecco un video tratto da “Tutto l’amore che c’è”:

http://www.youtube.com/watch?v=k23Z7XdquiI

As Bari in caduta libera: riparte l’idea dell’azionariato popolare

Sembra davvero difficile trovare una nuova società o un nuovo investitore che creda nelle potenzialità del calcio in Terra di Bari. Negli ultimi anni sono stati tanti i “fantomatici” acquirenti della società di via Torrebella che si sono succeduti, ma che sono stati accomunati dal fallimento delle trattative nonostante l’entusiasmo della città.

La proposta arriva dal presidente del consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna, che sottolinea in una nota il il disimpegno della famiglia Matarrese dopo la caduta dalla A:

“Propongo un’azione comune tra i tifosi, tra i cittadini, tra tutti i volenterosi con la sciarpa biancorossa al collo. Si tratta di sottoscrivere un impegno che rappresenti il presupposto per un azionariato diffuso. La situazione di crisi generale del Paese non aiuta, la politica non può intervenire e niente autorizza a pensare che da qui a breve possano calare chissà quali ricchi magnati a costruire un Bari da grande ribalta.”

Per questo non è più sufficiente la sola speranza dell’arrivo di un magnate dall’estero e l’attesa sta comportando una lenta quanto inesorabile morte del calcio a Bari. La penalizzazione di due punti in classifica per la mancata riscossione degli stipendi dei calciatori della scorsa stagione è solo la punta dell’iceberg delle gravi difficoltà che attanagliano la società appartenente da oltre trentanni al presidente Vincenzo Matarrese.

Inoltre il Comune di Bari ha evitato il fallimento della As Bari S.p.A. rinunciando ad una parte della riscossione trentennale di un contenzioso per la gestione degli stadi cittadini. La società pagherà in 56 rate il milione e 120mila euro di debiti accumulati mentre il Comune ha rinunciato a 900mila euro di interessi ed alle azioni esecutive, compreso il pignoramento dei 490mila euro congelati da luglio su un conto bancario della squadra.

Il quadro complessivo è molto poco rassicurante, e la sfida dell’azionariato popolare sembra oggettivamente poco concreta. Ma il rischio vero sembra essere la “morte” di un movimento calcistico importante nel capoluogo pugliese, con il conseguente distacco morale dei tanti supporter locali ormai rassegnati alla serie B. Un esempio macroscopico di azionariato è quello dell’FC Barcellona che raccoglie a se migliaia di appassionati. Per essere soci di uno dei club maggiormente prestigiosi del mondo basta versare una quota di 66 euro per i ragazzi dai 6 ai 14 anni mentre per gli adulti il corrispettivo economico è di 132. Con queste cifre potrebbero essere davvero in tanti a voler ricostruire il “sogno biancorosso”.

Daniele Leuzzi

Caso Masiello, il giocatore torna ad allenarsi con la squadra: rimarrà fuori lista

Nessun dietro front, dunque, della società biancorossa che tuttavia potrebbe decidere diversamente alla riapertura del mercato. Masiello, infatti, non potrà tornare immediatamente a giocare perché non è stato inserito nella lista dei tesserati utilizzabili.

A gennaio, però, quando riaprirà i battenti il calciomercato, gli scenari potrebbero cambiare anche perché al momento il Bari di Vincenzo Torrente ha bisogno di esperienza per poter continuare a sperare in una pronta risalita in A e, da questo punto di vista, il terzino campano non ha niente da invidiare ai giocatori dell’attuale rosa del Bari. Si tratterebbe, però, di un clamoroso passo indietro della società: il 24 agosto scorso infatti fu proprio l’ad dei biancorossi Claudio Garzelli, dopo aver confermato l’episodio increscioso, a rendere noto che il giocatore era stato messo fuori rosa. Fu peraltro sempre il club barese a deferire Masiello al Collegio Arbitrale.

 

Angelo Fischetti

Sanità, gemelline separate dopo la nascita: una ricoverata a Brindisi, l’altra a Bari

Una delle due bambine, infatti, si trovava ricoverata al Perrino di Brindisi, l’altra invece presso il presidio Di Venere di Bari. La donna che ha attribuito ogni responsabilità al piano di riordino predisposto dalla Regione Puglia al fine di recuperare i debiti accumulati per il mancato rispetto del patto di stabilità, ha denunciato che il suo, purtroppo, non è un caso isolato.

Nella struttura Brindisina si trova ricoverata una donna di Lecce che è dovuta recarsi fino a Bari per partorire, dal momento che negli ospedali del capoluogo salentino c’era il tutto esaurito dei posti letto.

Tale carenza negli ospedali è davvero un’emergenza che si fa sentire in diverse zone. La situazione è allarmante nella nostra regione e non solo. Qualche giorno fa il reparto di Ginecologia dell’ospedale Aquilano San Salvatore è andato in tilt perché su venti posti disponibili si contavano ventotto gestanti. Per far spazio e dare la priorità alle pazienti in situazioni di maggiore emergenza, le altre gestanti sono state costrette ad attendere il loro turno lungo le corsie. In Puglia sono diverse le strutture che hanno chiuso i battenti.

L’Asl/Ta ha perso 269 posti letto a seguito della chiusura degli ospedali di Mottola e Massafra e la soppressione di unità operative e posti letto sia nei due ospedali appena menzionati, sia in quello di Martina, di Castellaneta, di Grottaglie e di Manduria. Ora è il nosocomio Umberto I di Fasano che rischia la chiusura sia per la mancanza del personale che dei posti letto.

Palma Maria Roberta Frascella

Appalti pulizie, Emiliano revoca nomina all’assessore Pasculli

Come soluzione temporanea alla mancanza di gare d’appalto, Emiliano aveva affidato momentaneamente l’incarico alla Multiservizi. Anche in questo caso Pasculli ha cercato di posizionare alcune sue conoscenze tra i dipendenti, ma risultando impossibile modificare buste paga o iscrizione all’Inps, necessarie per far parte della Multiservizi, l’operazione è fallita.

Nell’ultimo periodo c’è stata una fuga di notizie sull’indagine preliminare dell’assessore e di questa avevano iniziato a parlare le reti locali. Il comune rischiava così di recare danni alla sua immagine se non fosse subito intervenuto.

Nonostante le accuse, l’ex assessore ha dichiarato: «Non mi dimetto perché non ho fatto niente. Questa è un’imboscata politica». Oggi, infatti, si è comunque presentato in giunta comunale. A quel punto, Emiliano ha chiesto le sue dimissioni ma, non ottenendo risposta, ha firmato la revoca della nomina.

Nel 2008, la ditta “Romeo” risultò coinvolta nello scandalo napoletano “uffici puliti”. Le indagini iniziarono grazie a un’intercettazione telefonica tra il deputato Renzo Lussetti, del Pd, e l’imprenditore Alfonso Romeo. Quest’ultimo chiedeva chiarimenti sull’andamento di un affare in corso a Bari e Lussetti lo rassicurava dicendo: «Sto lavorandoci». Nell’indagine condotta dalla Procura di Napoli, Lussetti e Italo Bocchino vennero accusati di “associazione per delinquere finalizzata alla turbativa degli appalti, corruzione e abuso di ufficio”, mentre Romeo venne arrestato.

Valeria Dammicco

Migranti, 150 clandestini tentano sbarco: fermati

Le 150 persone stipate al limite del possibile all’interno dell’imbarcazione erano tutti uomini tra cui molti minori. Portati nel porto di Bari gli agenti hanno poi provveduto in collaborazione con la Squadra Mobile della Polizia all’identificazione e al riconoscimento degli scafisti nascosti tra i migranti. Tra le persone presenti sul pescereccio, sarebbero 14 gli scafisti individuati. Due degli uomini a bordo sono stati condotti al Policlinico per un principio di assideramento, mentre un altro è stato curato per una frattura risalente a qualche giorno prima. Gli altri uomini del gruppo erano in buone condizioni, solo affaticati dalla lunga permanenza in mare.

In questi ultimi mesi la nostra Nazione è stata presa d’assalto da barconi carichi di uomini in viaggi della speranza non sempre dall’esito positivo. Soprattutto nei primi mesi dell’anno, l’isola di Lampedusa è stata presa d’assalto: a marzo, sull’isola, si contavano 3mila residenti e 12mila profughi. Molte volte un centro di accoglienza, predisposto per accogliere 400 persone, nel periodo degli sbarchi ne accoglieva oltre mille. I profughi in cerca di una vita migliore e di sfuggire agli orrori della guerra erano reclusi nella struttura in attesa di essere smistati e mandati nei Cie oppure a Palermo per essere rimpatriati. Le situazioni di rimpatrio spesso davano adito alla collera degli immigrati che andava ad unirsi all’esasperazione della comunità lampedusana sopraffatta dalla presenza degli extracomunitari.

Dopo gli ultimi scontri avvenuti a settembre per mano degli immigrati esasperati dai rimpatri accellerati al ritmo di 100 clandestini al giorno, Lampedusa è stata sgombrata e adesso vige il divieto degli sbarchi, ordinato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Gli eventuali sbarchi, adesso saranno indirizzati a Porto Empedocle in provincia di Agrigento. Le attuali norme prevedono che vengano espulsi o accompagnati alla frontiera gli stranieri che non abbiano un regolare visto di ingresso o un permesso di soggiorno.

Nicoletta Diella

Comunicati Stampa

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