Quattro arresti a Brindisi, la Guardia di Finanza indaga sugli starordinari e le reperibilità a Bari, le associazioni di volontariato sono pronte a suonarsele di santa ragione, ma dalla direzione generale della Asl di Bari tutto tace. Per la verità, le negligenze più o meno gravi su cui la Asl avrebbe dovuto intervenire ormai da molti anni sono troppe.

Le denunciamo in maniera costante, ma sembra proprio che i campanelli d’allarme lanciati a più riprese vengano totalmente ignorati. Non siamo i soli a lamentare una gestione a dir poco discutibile del sevizio di emergenza urgenza, sopratutto in provincia di Bari, quella in cui abbiamo concentrato il nostro lavoro di indagine giornalistica. Un giorno sì, l’altro pure, Ipasvi, FP Cgil, Fials, Usppi, Fsi, denunciano inadempienze e minacciano di rivolgere le proprie doglianze alle autorità competenti. Se solo fossero passati qualche tempo prima in massa all’azione, probabilmente oggi non ci troveremmo alla vigilia dell’assegnazione delle 39 postazioni del 118 barese alle associaizoni di volontariato senza aver neppure risolto uno degli atavici problemi che rendono il sistema per molti versi inqualificabile.

Proprio così, inqualificabile, nonostante gli spot trionfalistici messi in campo dalla Regione Puglia, per dare un po’ di fumo negli occhi agli utenti e agli operatori, ormai esausti. Dopo la doverosa premessa, siamo all’ultima denuncia, l’ennesima fatta dalla FP Cgil. Arriva di domenica, probabilmente per dmostrare che il servizio 118 non può permettersi neppure un attimo di riposo.

Il sindacato chiede un incontro urgente al direttore generale della Asld i Bari, Vito Montanaro. Medici, infermieri, autisti – e aggiungiamo noi soccorritori – sono costretti a lavorare eroicamente tutti i giorni in condizioni precarie, con possibili ripercussioni sugli utenti. In assenza di una convocazione per discutere delle problematiche del servizio, il sindacato annuncia di voler interessare Regione, Ispettorato del Lavoro. Non vi dannate troppo l’anima, però. Regione e Ispettorato del Lavoro conoscono alla perfezione la situazione. Il guaio è che nessuno vuole davvero mettere mano alla riorganizzazione del servizio.

Le nuove ambulanze “concesse” alle sette postazioni ancora per poco aziendali del 118 barese, cambiando destinazione solo dopo forti pressioni, sono davvero poca cosa rispetto a ciò che c’è da fare per migliorare il servizio. Lo sa bene anche la FP Cgil. Alcune questioni su tutte: manca il personale infiemieristico; turni di lavoro massacranti con l’abuso di straordinari e reperibilità in barba a quanto previsto dalla legge; ferie negate per esigenze di servizio; formazione per molti, ma non per tutti, in alcuni casi addirittura negata per le solite esigenze di servizio; locali di numerose postazioni non a norma; mancanza di computer in diverse postazioni; impiego irregolare degli infermieri del Miulli nella postazione 118 di Acquaviva delle Fonti e nel Punto di Primo Intervento di Casamassima; l’approssimativo servizio di lavaggio delle divise, comprate in molti casi a spese degli operatori; criticità nelle comunicazioni tra centrale del 118 e Coordinamento; lunghe attese del personale nei pronto soccorso anche dopo il triage, poiché gli ospedali sono sprovvisti di barrelle; l’inefficienza del Coordinamento del 118 dove, seppur reperibile, il personale non risponde agli operatori, spesso costretti a provvedere in autonomia, anche alla ricerca di sostituzioni oltre alla cronica assenza di disposizioni scritte.

L’elenco potrebbe continuare. Fino a quando si vorrà ignorare le richieste degli operatori? La prossima volta, invece di scrivere l’ennesima lettera che probabilmente resterà inascoltata, suggeriamo a sindacati, associazioni e a chiunque altro, di rivolgersi direttamente alla Procura della Repubblica. In tutti quesi anni abbiamo denunciato fatti penalmente rilevanti, rimasti purtroppo solo fatti. E se a Berlino hanno trovato un Tribunale, siamo certi se ne possa trovare uno anche nella Regione Puglia.