Nel periodo della svendita della sanità pubblica ai privati, il 118 barese appare sempre più una giungla, in cui si continua a procedere per simpatia, senza ordini scritti. Avevamo già denunciato l’uso improprio degli straordinari per la gestione ordinaria del servizio di emergenza. Nonostante si tratti di una pratica assolutamente illegale, l’utilizzo degli straordinari continua imperterrito, alla faccia delle regole, dei soldi di tutti, dei nuovi dettami europei e del Piano di riordino (per qualcuno disordino) voluto dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

A bordo delle ambulanze del 118, gli infermieri non salgono più in considerazione delle esigenze dei territori in cui operano, ma in virtù delle necessità burocratiche. Perché togliere l’infermiere dall’ambulanza di Poggiorsini e farlo salire su quella di Palo del Colle? Chi ci capisce qualcosa è bravo. Il 2 marzo scorso, dal coordinamento del 118 parte una richiesta a tutto il personale infermieristico. Oggetto: disponibilità effettuazione lavoro straordinario. Nella comunicazione si informavano gli infermieri che la disponibilità non sarebbe stata accettata nel caso fosse stata limitata alla postazione di competenza. Detta in soldoni, un infermiere in servizio ad Altamura non poteva dire di essere disponibile ad effettuare straordinari ad Altamura. Troppo facile.

Il problema, infatti, era quello di coprire i turni nelle postazioni del 118 e nei Punti di primo intervento scoperti. In tanti non hanno aderito per l’assoluta mancanza di chiarezza nell’ingaggio, per di più telefonico. Secondo quanto apprendiamo, pare che nelle turnazioni ufficiali, le ore in più del monte complessivo non vengano autorizzate sotto la voce straordinario. Ci riferiscono del loro pagamento, ma la voce straordinario non compare, probabilmente perché i burocrati sanno di esercitare un abuso.

E i medici del 118? Anche in questo caso, parlando di ciò che accadeva nel Punto di Primo intervento a Rutigliano, avevamo denunciato come i camici bianchi in servizio sulle ambulanze, sempre attraverso telefonate dai toni amicali, continuassero a fare straordinario sotto banco nei Punti di Primo Intervento. Abbiamo accertato che succede anche a Santeramo. Eppure è ancora vigente la disposizione secondo cui questa pratica viene vietata da Antonio Di Bello, il coordinatore che torna a violare le sue stesse disposizioni. Una confusione assoluta.

Per i turni dei medici del 118 nei Punti di Primo Intervento continuano a non esserci disposizioni scritte. Tutto questo dopo che ai medici libero professionali “senza requisiti” era stato impedito di operare negli stessi Ppit, dove per mesi avevano portato avanti la baracca malconcia del 118 barese. La solita regola dei figli e figliastri, senza alcuna programmazione e tantomeno provvedimenti disciplinari nei confronti degli artefici di questo manicomio. Cosa succede ad Antonio Di bello, il coordinatore che aveva presentato le sue dimissioni, rimasto al suo posto dopo i tre mesi di preavviso? Niente di niente, anzi no, qualcosa succederà.

Non ci sono conferme ufficiali, ma la nostra indiscrezione di qualche mese fa trova maggiore fondatezza: Di Bello lascerà il coordinamento del 118 barese e la responsabilità del pronto soccorso dell’ospedale della Murgia per approdare alla direzione del nuovo pronto soccorso della clinica privata Mater Dei. In quel caso il medico potrà, senza essere contraddetto, applicare la celeberrima gestione feudale messa in piedi nello sgangherato servizio pubblico, con l’appoggio di amministratori e burocrati della sanità barese e regionale.

Di Bello intanto prepara il terreno per l’esilio dorato alla Mater Dei, chiamando a “tempo indeterminato” alcuni fidati medici precari del 118. Nell’indecisione complessiva in cui viene gestita la sanità, non è escluso che al coordinatore del 118 possano essere attribuiti altri incarichi rispetto ai due che già detiene, tanto per essere coerenti con l’assurda politica degli interminabli affidamenti ad intermin di mansioni e incarichi.