foto di repertorio

Ci arriva il resoconto di un soccorso prestato, qualche notte fa, al punto di primo intervento di Giovinazzo. A raccontarcelo è il medico in servizio al momento dell’episodio. Un’auto arriva a forte velocità davanti al cancello del PPI, suonando freneticamente il clacson. A bordo tre ultra settantenni, uno di loro, una donna, con un asciugamano insanguinato sul volto.

Oltre al medico e all’infermiere del PPI, sono presenti sul posto un equipaggio del 118 costituito da un infermiere e due soccorritori. «La signora grondava sangue dal naso e dalla bocca – racconta il medico – Io non avevo mai visto un’epistassi del genere, sembrava la scena di un delitto. I due infermieri hanno lavorato guardandosi negli occhi. Chi prendeva accessi venosi, chi misurava la pressione, uno dei due ha scelto i tamponi giusti, gonfiandoli con acqua fisiologica e grazie a dio l’emorragia si è arrestata».

L’intervento è durato 40 minuti, la signora era ipertesa e malata di epatite C, il che non ha certo aiutato l’arrestarsi del flusso sanguigno. Quello che rinfranca più di tutto è sentire il medico che ringrazia gli infermieri: «Se fossimo stati soltanto io e l’infermiere del PPI, sarebbe stata molto più difficile la gestione del caso. Io voglio fare veramente i complimenti a Oscar De Iudicibus, infermiere del 118, e Annamaria Vaiano, infermiere del PPI».

Questo è il genere di Sanità e di 118 di cui vorremmo sempre parlare: un’immagine di efficienza e competenza che pure esiste ma che spesso viene nascosta dietro disorganizzazione e incompetenza amministrativa. Spesso veniamo accusati di voler demolire il servizio di 118, attaccando ingiustificatamente medici, infermieri e soccorritori. Tutt’altro. Noi siamo convinti che le eccellenze del 118 siano proprio tra queste figure professionali, senza la quali il sistema sarebbe davvero allo sbando più completo e, con questo articolo, ringraziamo anche noi tanto questi due infermieri quanto tutto il personale del servizio di emergenza-urgenza.