Accertate alcune delle magagne impunite messe in piedi dalle associazioni di volontariato che gestiscono il servizio d’emergenza, il viaggio dentro le piaghe del 118 continua con le sedi, inadeguate e in molti casi non a norma.

L’equipaggio che un tempo era all’interno del Tribunale in piazza De Nicola, è stato trasferito all’ex Cto, mentre quello di conseguenza sfrattato dall’ex Cto ora convive con i colleghi nella sede di piazza Chiurlia. Un posto che definire allucinante è dire poco. Il probblema non è solo quello relativo agli spazi inopportuni, che non prevedono la possibilità di ricoverare adeguatamente le due ambulanze – ricaricate in divieto di sosta con fili elettrici volanti – ma sono anche quelli annessi alla totale mancanza di privacy per le persone e ai locali non a norma di legge. Per ragioni legate alla sopravvivenza, poi, si registra anche una spiacevole consuetudine: lo scarica barile del codice verde. Essendo una delle due postazioni Mike (con medico) e l’altra India (con infermiere), succede non di rado che quella non medicalizzata debba intervenire direttamente sui codici rossi, gialli e verdi di propria competenza, ma anche su quelli verdi eventualmente spettanti all’altro equipaggio. Ma quest’ultima è solo una divagazione sul tema.

A Palese l’equipaggio è allocato in un garage sotterraneo, pertinanza del poliambulatorio Asl di via Vico Traversa, a Santo Spirito. Essendo un sotteraneo gli operatori del 118 sono costretti loro malgrado a inalare le polveri sottili delle auto dei dipendenti del poliambulatorio in entrata e in uscita. Nella sede ci sono due grossi generatori di corrente e il quadro comandi degli ascensori. Un eventuale incendio metterebbe in evidenza – speriamo non in maniera tragica – la mancanza di opportune vie di fuga. Esiste una sola porta, chiusa a chiave, e quindi inutilizzabile, per di più raggiungibile solo dopo aver scavalcato due finestre sistemate a 1,20 metri d’altezza. Praticamente una trappola. All’inizio di dicembre il coordinatore del 118, Antonio Dibello, in compagnia di altri tecnici della Asl si era recato in postazione per effettuare un sopralluogo, promettendo un intervento immediato. Da quel giorno non si è più visto nessuno.

Topi, insetti di vario genere fanno compagnia anche all’equipaggio della postazione Policlinico. Postazione che ha sede nella ex centrale del latte di Bari, in viale Orazio Flacco. Struttura pericolante e certamente non idonea al ricovero dei mezzi e delle persone. Il paradosso, come tanti ce ne sono nel 118 barese, è che ci troviamo di fronte a uno degli ospedali più grandi del Sud Italia, con una media di interventi di 300 al mese. Una situazione atavica e nota a tutti, di cui tutti se ne infischiano. Questa, però, non è una notizia.

Abbiamo documentato con fotografie e con le opportune certificazioni la sistemazione che vorrebbero dare alla postazione di Corato: un’ex camera mortuaria completamente inadeguata. Il direttore della Asl di Bari, Vito Montanaro, stanto a quanto si legge avvrebbe certificato l’adeguatezza della struttura, nonostante solo ieri il sistema fognario sia stato liberato dalle radici di alcuni alberi, costringendo gli operatori a urinare e defecare all’aperto. Non solo, le ambulanze, come succede in piazza Chiurlia vengono ricaricate con cavi elettrici vlanti esposti alle intemperie. Senza contare che mancano adeguate vie di fuga, che i bagni sono promiscui e che non ci sono sufficienti prese d’aria. La vita dei topi è comune a molti. Domani mattina è stata organizzata una manifestazione di protesta.

Al San Paolo, le cose vanno male da sempre. La postazione è stata ricavata in un locale all’ingresso dell’orspedale. Si trova in un unico stanzone diviso all’interno solo da alcuni armadietti. Dentro ci sono il medico, due soccorritori e l’infermiere. Nessuna presa d’aria. In quel luogo si mangia, ci si riposa e dopositano i presidi farmaceutici. Non c’è il bagno, il personale deve andare al pronto soccorso nella toilette usata anche da pazienti e accompagnatori, esposti a rischi eccessivi.

A Molfetta, invece, gli operatori del 118 sono costretti a condividere le stanze con il centro prelievi e i bagni con gli utenti che arrivano dall’esterno. Ancora poi, far uscire l’ambulanza, posta sotto la tettoia, è un’impresa. Specie se c’è una situazione d’emergenze. Per non parlare del parcheggio selvaggio all’interno dell’ospedale e le difficoltà dell’ambulanza a passare tra le auto.

A Modugno il bagno non ha finestre ed è comunicante con la guardia medica, l’impianto elettrico non è a norma. I rifiuti ospedalieri pericolosi, poi, vengono trasportati in ambulanza all’ospedale San Paolo per essere quindi smaltiti. Non ci risulta sia una prassi che i protocolli sanitari giudicano ortodossa. In tema di rifiuti c’è da segnalare l’assurda situazione dello smaltimento di quelli biologici del vicino San Raffaele, scaricati in bustoni alla mercé di chiunque – animali compresi – senza alcun tito di protezione. Sangue e altri rifiuti speciali finisco disseminati ovunque. Anche questa assurdità è stata più volte denunciata. Anche in questo caso senza che nessuno abbia mai preso provvedimenti.

Ci scusiamo per la parzialità del viaggio. Per questo restiamo a disposizione di chiunque volesse aggiungere altri particolari o segnalare altre situazioni del genere. Ad ogni buon conto il nostro viaggio continua, con altre due tappe da raccapriccio.