Nel corso di un’imponente operazione denominata ‘Codice Interno’, condotta questa mattina dalle forze dell’ordine a Bari, sono stati arrestati l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e la consigliera comunale Maria Carmen Lorusso, conosciuta come ‘Mari’, eletta nel 2019 in Consiglio comunale, nella lista “Di Rella Sindaco”.

Le accuse, delineate nelle carte del GIP Alfredo Ferraro, rivelano un intricato intreccio di accordi illeciti con soggetti vicini o appartenenti alle organizzazioni criminali operanti nei quartieri della città. Secondo le indagini, Lorusso avrebbe ottenuto voti promettendo favori amministrativi agli affiliati delle associazioni mafiose.

L’operazione giudiziaria ha svelato presunti accordi tra Olivieri e vari soggetti affiliati alla criminalità organizzata. Si sospetta che Olivieri, pur non avendo precedenti penali, abbia giocato un ruolo chiave nel procacciamento di voti per la moglie, attraverso accordi loschi con individui legati al mondo criminale.

Tra gli accusati figurano anche altri nomi di spicco, tra cui Michele Nacci e Bruna Montani, i quali avrebbero promesso voti in cambio di denaro e altre utilità, coinvolgendo anche parenti e affiliati alle organizzazioni mafiose. I clan coivolti sono quelli degli Strisciuglio e Parisi.

L’arresto di Olivieri è avvenuto nonostante la sua presunta convinzione di essere “intoccabile”, come emerge da dialoghi intercettati durante le indagini.

Gli arresti rappresentano un duro colpo per la città di Bari e sollevano interrogativi sulla trasparenza e l’integrità del processo elettorale. È essenziale che le autorità competenti conducano indagini approfondite per accertare la verità e assicurare che coloro che violano la legge siano portati davanti alla giustizia.

La vicenda evidenzia l’importanza di una sorveglianza costante sul processo democratico e la necessità di proteggere l’integrità delle elezioni contro ogni forma di corruzione e interferenza esterna.