La morte del 27enne Christian Di Gioia, nella notte tra il 21 e il 22 giugno, ha scosso la città di Bari, diventando anche un caso di cronaca nazionale per la bufera di polemiche che avvolge le dinamiche della caduta del centauro dalla sua moto nel quartiere Japigia. Amici e familiari del ragazzo hanno da subito sostenuto una versione dei fatti che vedrebbe come principali responsabili i Carabinieri, che quella sera avrebbero inseguito e speronato il giovane, con qualche precedente, causandone la morte. A nulla sembra valsa la nota ufficiale della Polizia Locale che ha escluso “il coinvolgimento di altri veicoli nella dinamica del sinistro”.

Continuano gli insulti, le minacce di morte e le aggressioni nei confronti degli uomini dell’Arma, che a questo punto chiedono che tutti possano vedere le immagini girate dai circuiti di videosorveglianza in cui emerge la loro innocenza. Il Nuovo sindacato dei Carabinieri ha spiegato che esiste un filmato che “scagiona senza ombra di dubbio” i militari presenti quella notte. Il segretario regionale del NSC, Nicola Magno, propone che quelle immagini a disposizione degli investigatori vengano rese pubbliche, sollecitando “risposte in tempi brevi” da parte della magistratura che ha aperto un’inchiesta sul caso.

Stando a Magno, vi sarebbe “una conclamata e paradossale criticità di sicurezza nelle strade di Bari, laddove, la parte marcia, si prende gioco dei servitori dello Stato, come se fossero al di sopra della legge, intoccabili”. Il sindacato è intervenuto anche sulla proposta avanzata dal viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, appoggiandola: “C’è chi vorrebbe l’Esercito per le strade, in supporto alle Forze dell’Ordine, ovviando così al problema della reale necessità di rafforzare gli organici”.

Un commento quello di Sisto arrivato a margine del corteo funebre di moto contromano che è passato sabato mattina, 24 giugno, lungo viale Papa Giovanni XXIII e dinanzi al carcere, in occasione dell’ultimo saluto a Christian Di Gioia, dopo le esequie. Una sfilata in pieno stile “Gomorra” che non è passata inosservata davanti alla Regione e all’intera nazione, proprio per quel “simbolismo criminale preoccupante“, di cui ha parlato il sindaco Antonio Decaro, che “esibisce arroganza e disprezzo per le regole“.

Le parole dell’avvocato della famiglia Di Gioia

“Il nostro unico obiettivo è la verità. Siamo certi che la Procura stia svolgendo tutte le attività di indagine necessarie alla ricostruzione degli eventi e del sinistro in cui ha tragicamente perso la vita Christian Di Gioia”. Così si è espresso l’avvocato Guido di Paolo, legale della famiglia del 27enne.

“Confidiamo nell’operato del pm e della Polizia Giudiziaria e, anzi, stiamo facendo e faremo di tutto per cooperare con loro e dare il nostro contributo alla ricerca della verità – continua l’avvocato -. In qualità di legale della famiglia Di Gioia sono certo che sia più utile smorzare i toni, soprattutto in questa fase così delicata delle indagini, evitando ingerenze di qualsiasi tipo, nel rispetto del dolore della famiglia e della memoria di Christian. Attendiamo l’esito dei numerosi accertamenti già disposti dalla Procura lasciando che l’Autorità Giudiziaria svolga serenamente il proprio incarico. Non si può sollevare dubbio alcuno sulle indagini che, certamente, non stanno trascurando alcun aspetto della vicenda. Siamo sicuri che la Procura saprà dare risposte in tempi brevi“.