La querelle sull’eredità della famiglia Lacarpia di Gravina continua a suon di carte bollate. A presentare una nuova denuncia ai Carabinieri su quanto avvenuto l’ormai lontano 7 novembre 2005 è la moglie del defunto Michele Lacarpia, Antonia Lucarelli.

In ballo ci sarebbero circa 1 milione di euro contesi fra 11 fratelli: un’eredità che, secondo l’accusa di alcuni membri della famiglia, finirebbero nelle mani di un solo figlio grazie a un documento firmato “in un clima di terrore” alla presenza del parroco della chiesa di paese, Don Saverio, che in un secondo episodio avrebbe picchiato uno dei figli, Vito Lacarpia. Accuse che sono state subito respinte dallo stesso prete.

Nella denuncia viene fatta una ricostruzione dei fatti avvenuti quel giorno di ormai 14 anni fa. Michele Lacarpia e la moglie Antonia Lucarelli sarebbero stati convocati in uno studio legale dove era presente anche uno dei figli: “Il suo legale – è scritto nella denuncia – ha stabilito che la giornata lavorativa dovesse essere di circa 600 euro e pertanto il debito verso lo stesso era pari a 5 milioni di euro”.

“Ci opponemmo, ma subito si creò un clima di terrore – sottolinea sempre la donna – l’avvocato ha iniziato a dettare a Don Saverio la scrittura privata in cui si stabilisce un equo indennizzo per i nove anni di lavoro prestato dal figlio nella cifra di 1 milione e 121.990 euro di cui 121.990 euro già riscossi. Chiesi personalmente di avere tempo per rileggere quanto scritto ma Don Saverio disse testualmente che ‘il documento non poteva uscire dallo studio e che se non avessimo firmato, la proprietà sarebbe stata sequestrata’”.

“Mio marito, spaventato da quelle parole – si legge sempre nella denuncia presentata dalla donna – si prestava a firmare l’atto. Io cercai di bloccarlo ma ancora una volta Don Saverio inveiva contro di me, cosi agitato che gli cadde il colletto bianco, invocando i gravissimi danni a cui saremmo andati incontro se non avessimo firmato”.