Dopo il polverone mediatico e le polemiche scaturite in seguito all’aggressione subita nel quartiere Libertà dalla giornalista della Rai, Maria Grazia Mazzolla, il Procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, ha inviato una lunga nota. Non ci sta il Procuratore a far passare lo Stato come assente, lungo l’elenco delle azioni messe a segno in contrasto alla criminalità.

Non ci sta nemmeno a far passare le Forze di Polizia come condizionate dal posizionamento degli uffici, tanto è vero, sottolinea Volpe, che l’attività della Procura arriva ben oltre i confini regionali. Al Libertà, aggiunge Volpe, vive tanta brava gente, è per loro e per i tanti cittadini che non si sottomettono alla criminalità, che si è portato al Policlinico una volta sputo dell’aggressione. Di seguito,la nota integrale del Procuratore.

Ho ritenuto, non appena appresa la notizia dell’ aggressione subita al Libertà dalla giornalista Maria Grazia Mazzola dopo l’incontro della mattinata del decorso 9 febbraio di don Luigi Ciotti con la comunità locale, di raggiungere la giornalista presso il pronto soccorso del policlinico per accertarmi delle sue condizioni e dimostrarle la vicinanza e la solidarietà dell’ Istituzione da me rappresentata. Ma non solo.

Il gesto mi è parso doveroso nei confronti della collettività, particolarmente quella che nel quartiere opera quotidianamente per affermazione della legalità. Ad essa ho inteso dimostrare tangibilmente che se il messaggio che si era voluto con il gesto violento far passare fosse stato ” qui comandiamo noi e non consentiamo all’informazione pubblica di venire ad infilare il naso “, quel dato dovesse essere con immediatezza smentito con la tempestiva, visibile presenza in foca di chi è chiamato istituzionalmente a reprimere illegalità.

Il Libertà è e deve essere patrimonio di tutti. Segnatamente, dei tanti cittadini per bene che vi abitano e vi operano; degli imprenditori che coraggiosamente hanno denunciato il pizzo; dell’ amministrazione comunale impegnata nella riqualificazione; della Chiesa che, con impegno assai meritorio del salesiano don Francesco Preite e dei suoi collaboratori, è vicina ai giovani, educandoli al rispetto delle regole della civile convivenza e sottraendoli alle grinfie della criminalità. Si deve perciò avere fiducia e vincere la paura che probabilmente ha limitato la partecipazione alla manifestazione di domenica.

In quelli area della città non è assente lo Stato, che la presidia con I’ impegno costante delle forze di polizia e della magistratura. Soltanto negli ultimi due anni di attività di dette Istituzioni ha consentito:

-l’esecuzione di misure cautelari nei confronti di Caldarola Lorenzo, Valentino Vito, Ruta Alessandro, Catacchio Vito Antonio, Faccilongo Saverio , Faccilongo Giovanni, De Marzo Saverio c.d. ” operazione coraggio “;

-per l’omicidio di Luisi Antonio ed il tentato omicidio di Luisi Luigi di dare esecuzione a misure restrittive nei confronti di Ruta Alessandro e Valentino Vito; 

-per le estorsioni in danno di imprenditori di arrestare Remini Domenico, Patruno Antonio e Lorusso Michele e ancora, per ulteriori estorsioni, Remini Domenico, Remini Gaetano, Losacco Mauro, Monno Antonio e Patruno Antonio; ed ulteriori altri , come Schingaro Simone, Massari Marino, lotti Vito Antonio, Lavopa Giuseppe, Abbrescia Nicola, Cicinato Vincenzo, Ranieri Matteo, Stefanachi Francesco; 

-per l’omicidio Luisi Luigi, scampato al primo tentativo di ucciderlo, di eseguire ordinanze custodiali nei confronti di Remini Domenico, Remini Gaetano, Sardella Maurizio, Sardella Donato e Cucumazzo Christian;

-per I’ omicidio Blasi di tradurre in carcere gli indagati Ladisa, De Marco e Ficareli; per l’ incursione armata alla ciurma biancorossa di attingere con misure Faccilongo Saverio, Cacucci Giuseppe e Lorusso Nicola;

-per i tentati omicidi di Faccilongo e Drago, ad Enziteto, ma per la supremazia nel Libertà , nel San Paolo e nello stesso Enziteto, di individuare e sottoporre a misura restrittiva Lorusso e Cacucci;

-per l’omicidio Corallo di applicare misure a Faccilongo Saverio e Catacchio Vito Antonio.

Il quartiere Libertà vive anche dell’ impegno sinergico di tutte le forze sane che vi abitano o che vi esercitano la propria attività, o che lo vigilano con finalità di repressione dei reati quando ve ne sono i presupposti. 

Non influisce certamente, per tali aspetti, la particolare ubicazione degli uffici giudiziari che, ovunque si trovino, risultano efficienti solo se adeguatamente dotati di quanto necessario al loro funzionamento. Le sofisticate tecniche investigative alle quali abitualmente ricorre la polizia giudiziaria a ciò autorizzata dalla magistratura consentono alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari di indagare in ambito ben più ampio del quartiere Libertà, dai confini con la provincia di Brindisi sino a quelli regionali con Molise e Campania, ovunque essa sia allocata.

Giuseppe Volpe Procuratore Distrettuale Antimafia di Bari