Il 23 luglio scorso vi raccontammo il balletto delle postazioni del 118 dopo lo sfratto ricevuto da quella che aveva sede all’interno del Palazzo di Giustizia barese in piazza De Nicola. Già all’epoca il trasferimento fece molto clamore. L’equipaggio del Tribunale, a quei tempi composto dai soli autisti e soccorritori, fu spostato al Cto, mentre quello del Cto dovette traslocare in piazza Chiurlia, a Barivecchia. Da allora non è cambiato niente e le condizioni sono sempre più precarie, a voler usare un eufemismo, come si può ben vedere da alcune fotografie scattate nei giorni scorsi. In quelle stanze convinono ora due postazioni. Sarebbe dovuta essere una soluzione temporanea e il Coordinamento barese del 118 aveva fatto sapere che nel giro di un mese sarebbe tornato tutto alla normalità. Sempre che la situazione precedente potesse essere giudicata normale.

All’indomani della chiusura notturna di alcuni Punti di Primo intervento che non rientrano nell’accordo integrativo regionale, il direttore generale della Asl di Bari Vito Montanaro, aveva tranquillizzato tutti: “I tre punti di primo intervento territoriali cioè Conversano, Santeramo e Bitonto sono sede di postazione medicalizzata, ovvero contano sulla presenza di un’ambulanza con medico a bordo h/24″. La scelta era stata dettata dalla mancanza di personale, così è stato detto nel comunicato ufficiale. Il vero problema, però, è che a mancare non è solo il personale. In molte postazioni del 118, proprio come quella in piazza Chiurlia, sono assenti anche le più elementari condizioni logistiche, organizzative, igieniche, di tutela della privacy e sanitarie.

A Barivecchia, un cartonato dei Minions assicura sorveglianza ai medicinali, custoditi in barba a qualsiasi legge in materia, per di più all’interno di armadi sgangherati e fatiscenti. Le stanze sono piene di materiale che dovrebbe essere tenuto altrove. I cestini dei rifiuti non vengono svuotati prima del raggiungimento del livello che vedete in fotografia e la sporcizia sul pavimento non lascia spazio a nessuna possibile replica. Gli spazi erano angusti per l’equipaggio titolare, figuriamoci ora che la sede malconcia viene condivisa. Gli operatori del 118 e molti dei pugliesi sono stufi. Le chiacchiere stanno a zero, come la capacità gestionale di molti dei dirigenti messi a sedere nelle stanze dei bottoni. Come abbiamo avuto modo di scrivere, a preoccupare non è tanto la chiusura degli ospedali “inutili”, quanto l’inefficienza di chi dovrebbere rendere funzionale e dignitoso ciò che resta in piedi. Di dignitoso e funzionale oggi c’è davvero poco.