La SerCorato Onlus, associazione di volontariato trentennale, rischia di finire all’obitorio. Non è un modo di dire ma l’imposizione che pare arrivare direttamente dalla direzione dell’ospedale coratino che nell’ex camera mortuaria dovrebbe trasferire la postazione del 118.

A testimoniare questa presunta e macabra scelta di trasferimento dell’associazione è il presidente della Onlus, Fedele Tarantini, il quale denuncia pubblicamente con una lettera indirizzata al Direttore Generale della ASL Bari, al Prefetto di Bari e al Procuratore della Repubblica di Trani, lo stato di abbandono di tutti i soccorritori e volontari dei 118. Secondo quanto riferito nel testo dai vertici della Pubblica Assistenza, con tanto di relazione di verifica dello stato dei locali dell’obitorio a livello igienico e di sicurezza, i dieci addetti della SerCorato, tra lavoratori ed equiparati, non possono essere trasferiti nei locali scelti dal nosocomio. Il perché è presto detto.

Grazie all’intervento di uno studio tecnico e di consulenza aziendale (che ha scritto una relazione in merito), si è scoperto che la vecchia camera mortuaria dell’ospedale di Corato non è nelle condizioni di essere usata come un ufficio. Il fabbricato è innanzitutto privo di marciapiedi e le acque piovane provenienti dal piazzale e dalle grondaie si infiltrano nei muri. Umidità, vermi, immondizia, scarafaggi e topi di ogni dimensione la fanno da padrone mentre negli anni l’intonaco non è mai stato sostituito o pulito, nonostante il passaggio e la sosta negli anni di centinaia e centinaia di cadaveri, di persone decedute anche a causa di malattie infettive. I pavimenti non sono mai stati disinfettati, non esiste un bagno per donne e l’intero impianto elettrico è da rifare.

Secondo quanto apprendiamo sono stati passati al setaccio gli ambienti, i posti di lavoro e di passaggio, il microclima, i servizi igienico assistenziali e l’impianto elettrico. Niente è a norma, stando alla relazione, che evidenzia invece una serie di criticità rispetto al Titolo II del Decreto Legislativo 81/08 in merito ai requisiti di salute e sicurezza; nonostante pare siano stati fatti alcuni interventi di ripristino dell’area, sotto la direzione di un infermiere/sindacalista che, secondo Tarantini, “se n’è fregato di cautelare i lavoratori“, svolgendo o facendo svolgere le mansioni “alla carlona“.

Eppure la SerCorato è un’associazione rispettata in tutto l’ambiente sanitario da trent’anni. Non può essere mandata a morire in questa maniera, non può essere reclusa in un ambiente in cui sono passati più cadaveri che vivi nonostante pare che l’ospedale disponga di diverse stanze, già restaurate, pronte per essere occupate da dipendenti e volontari, a costo zero.