Il 29 maggio scorso vi avevamo raccontato la storia della postazione del 118 di Corato, sfrattata dalla sua vecchia sede con l’intenzione di dover essere spostata nell’ex camera mortuaria dell’ospedale cittadino. Da allora la situazione si è ulteriormente complicata e si scopre che l’aggiusto non è ancora meglio del guasto. Dopo la denuncia di Fedele Tarantini – sempre lui -, il presidente dell’associazione Sercorato che gestisce la postazione, non si può certo dire che la Asl di Bari non si sia mossa per porre rimedio.

Sercorato aveva incaricato uno studio tecnico ed era stata redatta una relazione dettagliatissima. Senza troppi giri di parole: quei locali non erano risultati a norma. A otto mesi di distanza dalla denuncia, il presidente della Sercorato ha ripreso carta e penna e ha scritto nuovamente al direttore generale della Asl, Vito Montanaro; al coordinatore del 118 Antonio Dibello, alla procura della Republbica di Trani, all’ufficio Spesal della Asl Area Nord, al Prefetto di Bari, al sincado di Corato, al personale infermieristico della postazione 118 di Corato e ovviamente a noi.

“In relazione alla comunicazione in oggetto indicata – praticamente l’abbandono della vecchia postazione entro fine mese – ci risulta che al momento, nessun adeguamento previsto dal D.lgs 81/2008 in materia di norme sulla sicurezza e salute del lavoro, così come da noi richiesto da perizia a voi inviata in data 27 maggio 2015, con nostro protocollo n. 337, è stato fatto nè ci è stata consegnata idonea certificazione in merito”. La comunicazione è perentoria e fa riferimento agli interventi effettuati dopo la denuncia: la sostituzione del portone d’ingresso e la realizzazione di un piccolo stanzino.

Da maggio, in conclusione, non è cambiato poco o niente. Volontari e dipendenti della postazione 118 non saranno ugualmente tutelati. E quidi, tuona Tarantini: “Noi non ci sposteremo dal locale dove attualmente è ubicata la postazione di Corato destinata al servizio del 118”. Assicurata la continuità del servizio, la lettera chiosa senza lasciare spazio a ulteriori interpretazioni:  “Visto che nulla è stato fatto per la tutela dei lavoratori, in caso di malaugurato di infortunio, si declina ogni responsabilità dovuta dagli ambienti non a norma”. Il presidente di Sercorato può stare tranquillo, perché come già successo per le decine di segnalazioni e denunce fatte in questi ultimi tre anni, è più facile trovare l’ago nel pagliaiao che un responsabile alla Asl.