L’intervista, o meglio la tentata intervista, alla Emervol di Bitetto, quella in cui siamo stati invitati a schiacciare i ricci col culo senza però dare alcuna risposta, ha suscitato lo sdegno di quanti, tra gli operatori del 118, lavorano alacremente ogni giorno per salvare la vita a tanta gente, ma vengono “ripagati” con umiliazioni, vessazioni e strafottenza.

Tra i tanti messaggi che abbiamo ricevuto, abbiamo deciso di pubblicarne uno inviato da un autista soccorritore, Nicola Mastrocesare, che non ha paura di metterci la faccia.

Caro signor Loconte, ho visto la sua intervista e sono rimasto sconcertato dall’arroganza e strafottenza che questi personaggi hanno nei vostri e nei nostri confronti. Voglio ricordare ai signori che loro non ci regalano nulla, quello che dovremmo percepire ce lo sudiamo e ci è dovuto di diritto e di dovere. Tutti coloro che trattengono per sé un solo centesimo dagli stipendi dei dipendenti, devono solo vergognarsi.

Sì, vergognatevi, perché togliete un tozzo di pane o un vestito in più ai nostri figli quando pagate in ritardo. Vergognatevi nuovamente per le umiliazioni che noi riceviamo quando non possiamo pagare l’affitto, il mutuo, le bollette. Vergognatevi quando minacciate dipendenti e volontari con le paroline magica: “Se vi conviene è così”.

Vedere, ascoltare, sapere che c’è gente così vile e ipocrita sulla faccia della Terra mi fa letteralmente schifo. La cosa più schifosa, signor Loconte, è che la Asl queste cose le sa, ma fa finta di niente perché le fa comodo. Arriva l’ambulanza a destinazione? E quindi finché la barca va, lasciala andare. Tanto noi siamo dei poveracci, non contiamo niente. Vergognatevi, voi dirigenti che avete causato questo disastro.