«Le gravi carenze di cui le autorità italiane hanno dato prova su gestione e controllo dell’utilizzo dei fondi Ue sono tali da condurre a irregolarità sistemiche». La critica -severissima- giunge da Lussemburgo, città nella quale ha sede il Tribunale dell’Unione europea. Il rimprovero della Corte sortisce un doppio effetto: boccia l’operato italiano, rimarcando la mediocrità della classe dirigente, e fa perdere alla Puglia 80 milioni di euro. La cifra, una boccata di ossigeno in tempo di crisi, corrisponde a una parte dei finanziamenti europei ottenuti dalla regione presieduta da Nichi Vendola nel periodo 2007-2013 per il progetto “Por Puglia”.

L’iniziativa è stata presentata nel 1999 ed è piaciuta alla Commissione europea, che ha stanziato 1,7 miliardi di euro sotto forma di Fondo europeo di sviluppo regionale. Dopo aver versato 1,2 miliardi di euro, nel 2007 Bruxelles ha voluto accertarsi della bontà dei sistemi di gestione e controllo da parte delle autorità italiane, ma ha scoperto gravi falle che ne hanno certificato l’inadeguatezza. L’Unione, dopo aver operato un secondo riscontro terminato anch’esso con un esito negativo, ha smesso di corrispondere il denaro rimanente, chiedendo all’Italia di rimediare agli errori (oggi definiti sistemici) entro un termine che poi non è stato rispettato.

Appurate le mancanze, nel 2009 Bruxelles ha dovuto prendere atto della situazione e ridotto il finanziamento del 10% rispetto alle spese certificate. Il taglio, quantificabile in 127 milioni, è stato ridotto a 80 milioni per effetto della rettifica presentata dall’Italia. A nulla è valso il ricorso presentato dalle autorità nostrane, poiché la Corte ha bocciato in modo definitivo l’amministrazione del denaro europeo. A essere preoccupata è soprattutto Bruxelles, la quale teme che «le insufficienze constatate dalla Commissione rimettano in discussione l’efficacia dell’insieme di gestione e di controllo del Por Puglia e presentino quindi un rischio rilevante di perdita per il bilancio dell’Unione».

La perdita della porzione di finanziamento è stata criticata da Ignazio Zullo, presidente del gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione Puglia, il quale ha diffuso una nota nella quale ha dichiarato che quella dell’Unione «è una condanna, purtroppo ormai anche senza più appello, del malgoverno e del non-governo vendoliano». Zullo si aspetta un chiarimento da parte del governatore, sostenendo che «questi soldi sottratti allo sviluppo ed al lavoro dei Pugliesi da una gestione tutta chiacchiere, clientelismo e sciatteria, ad onta anche di super-stipendi di mega-dirigenti dai meriti esclusivamente di Partito, reclamano un’immediata verifica di carenze e responsabilità in Consiglio regionale».

La brutta figura è stata accolta malvolentieri anche da Erio Congedo, vicepresidente vicario di Forza Italia alla Regione: «Non si è ancora spenta l’eco delle ultime, trionfalistiche auto-celebrazioni di Vendola in ordine alla spesa dei fondi comunitari – ha contestato – quando apprendiamo che la Corte UE ha confermato la sottrazione alla nostra Regione di 80 milioni di euro di fondi per lo sviluppo per gravi carenze sia nella gestione che nei controlli degli stessi, da cui deriva un rischio concreto di dispersione, ossia di spreco, di risorse comunitarie». Congedo ha inoltre ammonito che «questa pesante perdita di risorse dovuta alla ormai conclamata incapacità di governare di Vendola e della sua compagnia non può passare in silenzio e senza sanzioni».