“No ai licenziamenti, la dignità non ha prezzo”. Gli striscioni srotolati questa mattina davanti al Tribunale del Lavoro, a Bari, non lasciano troppo spazio all’interpretazione, i colleghi dei due operai licenziati dalla SKF non hanno nessuna intenzione di mollare la presa.

Riuniti nel “Comitato contro i licenziamenti”, hanno manifestato questa mattina dopo quanto accaduto nei mesi scorsi in Skf, quella storiaccia legata alla produzione di alcuni cuscinetti da montare su auto elettriche di un cliente cinese poi risultati difettosi.

Per l’azienda le responsabilità sono in capo ai due operai, prima sospesi e poi licenziati. La decisione, che ha causato anche un malore a uno dei due lavoratori, ha provocato una protesta attiva da parte di tutto il personale dello stabilimento e dei familiari dei due operai.

Il 18 febbraio scorso, con una transazione che ha sancito il così detto accompagnamento alla pensione, si è chiusa la vicenda di uno dei due operai coinvolti, questa mattina, invece si sarebbe dovuta tenere la prima udienza in piazza de Nicola per l’altro operaio licenziato, udienza che è stata rinviata causa malattia del Giudice.

Difficile, se non impossibile, che anche questa posizione si chiuda nello stesso modo, non fosse altro per questioni anagrafiche e anzianità di contributi, ma in ogni caso il protagonista suo malgrado della storia appare intenzionato ad andare fino in fondo, se ne saprà di più a tempo e luogo.

“Dal nostro punto di vista – commentano dal comitato – siamo pienamente convinti della illegittimità dei licenziamenti, lo pensavamo quando ci siamo costituiti e lo riteniamo anche adesso, ma abbiamo anche voluto pensare ai licenziamenti che arriveranno con la fine del blocco governativo”.

“Senza fare ricorso a slogan, siamo convinti che spalmare il lavoro, una sorta di lavorare meno lavorare tutti, potrebbe essere la soluzione – conclude il Comitato – ma sta accadendo che in alcune aziende ne stanno approfittando per fare l’esatto contrario, lavorano meno persone, ma di più”.