“Fate rientrare il mio papà a lavorare”. Allo sciopero, iniziato questa mattina fuori dai cancelli dello stabilimento barese Skf, hanno partecipato anche alcuni familiari dei due operai licenziati. La figlia del più giovane dei dipendenti rimasti senza lavoro ha scritto un appello ai dirigenti dell’azienda, chiedendo loro di ridare un lavoro al papà.

L’azienda, ricordiamo, è finita al centro di un polverone a causa della produzione di cuscinetti difettosi destinati alle auto elettriche di un noto marchio cinese. Errore che, a detta di qualcuno, avrebbe persino potuto compromettere il futuro dello stabilimento barese. 

Dopo una serie di accertamenti sulla catena di montaggio, effettuati insieme al cliente cinese, i dirigenti della Skf pare abbiano individuato la responsabilità dell’errore, attribuendola a due dei quattro operai ai quali era stata comunicata la sospensione cautelare.

Il licenziamento, che ha causato anche un malore a uno dei due lavoratori, ha provocato una protesta attiva da parte di tutti gli operai dello stabilimento. Quattro sigle sindacali avevano dichiarato ingiusti i licenziamenti.

Lo sciopero è stato indetto dalle sigle sindacali Uilm, Fiom, Fim e Fali, seppure davanti ai cancelli dello stabilimento c’era solo la Uilm. Domani, invece, sono previste due ore di assemblea per turno. “Del primo turno di lavoro ha aderito il 95% dei lavoratori – scrive la Uilm – .Ci batteremo con ogni mezzo, sia in piazza che nelle sedi legali, contro un provvedimento che consideriamo spropositato e fuori luogo”.

“Inoltre – continua la sigla sindacale – alla luce dei DPCM (covid-19) in materia di tutela dei licenziamenti, come UILM di Bari e RSU della SKF, nel respingere tale incomprensibile decisione stiamo provvedendo a mettere in campo tutte le iniziative necessarie”. Ciò che non convince sono le modalità con cui è stata presa la decisione, oltre che il licenziamento stesso. I due operai, secondo quanto è stato riferito, avrebbero messo a conoscenza i loro diretti superiori dei problemi rilevati sulla catena di montaggio, anche in considerazione della vetustà di alcuni macchinari.

Il problema dei cuscinetti difettosi si sarebbe infatti ripresentato analogamente a quanto successo l’anno scorso. In quel caso il materiale era destinato a un colosso tedesco dell’automobile, ma le decisioni prese – stando a quanto riferito dai sindacati – sarebbero state altre.

In merito allo sciopero di questa mattina, indetto dalle sigle sindacali per il licenziamento dei due operai, i vertici della Skf hanno così commentato: “In relazione ai fatti che sono stati, e sono oggetto di perdurante attenzione giornalistica, e che hanno dato, e danno luogo a pubbliche manifestazioni, la Società ritiene di doversi doverosamente astenere da qualunque commento o controdeduzione, in quanto suscettibili di alimentare una situazione di negativa conflittualità, che non ne favorirebbe l’obiettiva valutazione”.

“La Società – conclude nella nota -, anche per il dovuto rispetto alle posizioni dei terzi, richiama, quindi, nulla aggiungendovi, i suoi precedenti interventi, e, soprattutto, intende esclusivamente sottolineare ancora una volta come ogni sua decisione sia stata presa dopo una disamina dei fatti, che ha motivo di considerare sorretta da ragioni documentabili”.