Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, all'arrivo a Palazzo Grazioli per l'ufficio di presidenza presieduto dal premier Silvio Berlusconi, questo pomeriggio 01 giugno 2011 a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La controversia tra il senatore Maurizio Gasparri e il sindaco di Bari, Antonio Decaro, sul possibile scioglimento del Comune dopo le indagini della Dda barese sulla presunta connivenza tra politici e clan mafiosi, continua a infiammare il dibattito politico.

Gasparri ha risposto alle dichiarazioni del sindaco Decaro, criticando un presunto messaggio ambiguo pubblicato sui social e sollecitando un’indagine approfondita sulle gestioni passate e presenti del Comune. Il senatore ha enfatizzato la necessità di un esame attento da parte delle autorità competenti e ha lodato l’iniziativa dei parlamentari del centrodestra che hanno sollevato la questione al Ministro dell’Interno.

Decaro, dal canto suo, ha respinto le accuse di Gasparri, affermando che chi ama veramente Bari non dovrebbe strumentalizzare un’inchiesta giudiziaria per fini politici. Il sindaco ha criticato il tentativo di demonizzare l’intera amministrazione sulla base di alcuni casi isolati e ha sottolineato il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata.

La polemica si è ulteriormente intensificata con Decaro che ha respinto le critiche di Gasparri riguardo alla gestione della coalizione politica, sottolineando che l’accusata di voto di scambio era stata candidata proprio nelle liste del centrodestra.

Decaro ha concluso affermando di non temere Gasparri né la verità, avendo personalmente denunciato i clan mafiosi della città. Ha respinto con forza l’idea di commissariare l’amministrazione comunale, definendola una mossa disperata di chi non ha proposte concrete per la città.

La polemica tra i due politici continua ad animare il panorama politico locale, mentre le indagini sulla presunta infiltrazione mafiosa nella gestione del Comune di Bari proseguono sotto l’attenzione delle autorità competenti.