Il “Comitato contro i licenziamenti”, nato da un gruppo di lavoratori, ha manifestato questa mattina sotto il Palazzo di Giustizia in merito a quanto accaduto nei mesi scorsi allo stabilimento barese Skf, salito agli onori della cronaca per la produzione di alcuni cuscinetti, da montare su auto elettriche di un cliente cinese, risultati difettosi.

L’azienda ha individuato le responsabilità nel lavoro di due operai, prima sospesi e poi licenziati. La decisione, che ha causato anche un malore a uno dei due lavoratori, ha provocato una protesta attiva da parte di tutto il personale dello stabilimento e dei familiari dei due operai.

“Grande è la confusione sotto il cielo. Mentre molti cantano le lodi del ‘Salvatore’ Mario Draghi e del ‘Governo di tutti’, la crisi della pandemia è ancora molto presente, la scuola è ancora in balia delle onde, la somministrazione dei vaccini procede abbastanza lentamente, ma soprattutto il tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico è sempre più sommerso di vertenze che lasciano col fiato sospeso milioni di lavoratori e lavoratrici i cui posti di lavoro sono a fortissimo rischio – si legge nel comunicato -. Nella zona industriale di Bari, oltre alle disgrazie delle pesantissime crisi di qualche grossa azienda come Bosch, si sono aggiunte le ingiustizie di lavoratori licenziati senza motivo. Chi siamo noi per dire che sono stati licenziati ingiustamente? Non lo diciamo solo noi, ma la stessa cosa è stata sostenuta da tutte le organizzazioni sindacali. Dalla CGIL, dalla CISL, dalla UIL, dalla FISMIC che han detto che i licenziati avranno ragione in tribunale”.

“Noi vogliamo ricordare a tutti che i due lavoratori licenziati dalla Skf, non hanno rubato e non hanno sabotato e che l’addossare comunque la responsabilità di quanto accade a due operai, che sono l’anello più debole del modello di produzione, è fare di loro un capro espiatorio – continua il Comitato -. Inoltre l’ingiustizia è provata dal fatto che, dei rilevantissimi danni patrimoniali subiti dalla Skf, si è persa ogni traccia. Il nostro Comitato non è solo contro ciò che è accaduto alla Skf, ma si pone l’obiettivo di rilanciare una discussione su questo tema al fine di prevenire i tantissimi licenziamenti che si prospettano con l’imminente sblocco dei licenziamenti che porterà inevitabilmente alla chiusura di interi reparti di produzione mettendo a dura prova la tenuta sociale di territori, come quello pugliese, che sono già molto in difficoltà”.

“Per questo rivolgiamo un invito per l’adesione al nostro Comitato anche alle organizzazioni sindacali, ai partiti, alle associazioni ed ai singoli al fine di sensibilizzare le Istituzioni, territoriali e nazionali, affinché si adoperino per mantenere i livelli occupazionali e la tenuta sociale di questo Paese e dei territori più deboli”, conclude il Comitato.