Carissimo don Francesco, nessuno vuole il suo male, ma facciamo mestieri diversi, seppure ammetto di non aver capito cos’altro vuole fare lei oltre il sacerdote. Grazie a Dio, sì perché non è il solo a credere in Dio, ciò che muove la mia mano sono le carte.

Parlo dopo aver letto gli atti pubblici, altrimenti non mi sarei mai occupato della vicenda dei lavori al Redentore. Non ho abbastanza tempo per alimentare col fango la macchina delle calunnie. Mi limito a svelare fatti, che altrimenti rimarrebbero nascosti ai più, oltre a porre domande legittime. Men che meno è mia intenzione alimentare tensioni, destabilizzare. Voglio, al contrario, arrivare alla verità, per il suo bene e quello dell’immagine che ha dato di sé a questa città, al quartiere Libertà.

È troppo facile scrivere sulla sua pagina Facebook messaggi contro un demonio qualunque, pur avendo ben in testa e nel cuore il destinatario del messaggio apostolico. Avrà sempre più like e sostegno di quanto non possa averne io, che quando scrivo ci metto la faccia. Non sono contro Dio e nemmeno contro di lei, ma lo ha visto il calendario dei Salesiani? Non il suo, passerella politica per gli attuali amministratori della città di Bari e della Regione Puglia. Parlo di quello arrivato per posta insieme alla richiesta dell’obolo che ci siamo prontamente preoccupati di versare.

Ho anche io a cuore i giovani, soprattutto quelli in difficoltà, per i quali si è speso san Giovanni Bosco. Ci tengo a loro, al possibile riscatto. È proprio per questo che non posso tollerare eventuali raggiri, disparità di trattamenti, mani tese in modo inopportuno. Le mafie si combattono con l’esempio, non con i selfie e i tagli del nastro. Ho chiesto spiegazioni a presidenti di Regione, onorevoli, sindaci, direttori generali di asl e aziende pubbliche, nello stesso modo in cui oggi chiedo a lei spiegazioni sulla storia del centro cottura, di quei lavori abusivi – non per mia convinzione – e sull’appalto per la realizzazione del centro cottura da 6.000 pasti all’interno del Redentore.

Avrei potuto rovinarle l’incontro con don Ciotti o la manifestazione della domenica mattina. Si è chiesto perché non l’ho fatto? Non è una crociata contro di lei, uomo di Dio tra gli uomini, ma per stabilire la verità dei fatti. Mi consola aver letto altri sulla vicenda, a maggiore testimonianza del fatto che non c’è niente di personale. Per questo motivo, senza pregiudizi e preconcetti la invito a rispondere alle mie domande, a farsi intervistare per spiegarci cosa è successo e sta succedendo, magari all’interno di quello spazio che stava per essere stravolto senza averne le necessarie autorizzazioni. Stia sereno, Nessuno vuole crocifiggerla.