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Tragico risveglio questa mattina per i residenti di un palazzo del quartiere Poggiofranco, a poca distanza da luogo in cui recentemente si è consumato un dramma analogo. Una donna di quarant’anni, esattamente come nell’altro episodio, si è lanciata dall’ottavo piano. È morta sul colpo, mentre fuori dal cancello ognuno provava a spiegarsi perché a quell’età qualcuno possa pensare di farla finita. Purtroppo, quando scatta il corto circuito difficilmente esiste un’unica spiegazione.

Una notizia che non merita altri approfondimenti, per il rispetto estremo che si deve alla morte e alla decisione di morire in questo modo a pochi giorni dal Natale. Una riflessione su quanto la vita possa essere imprevedibile e spesso cinica, però, me la concedo e la condivido. Mentre la donna precipitava nel vuoto, nello stesso momento, nel letto di un ospedale, in seguito a un male fulmineo e dopo un delicato intervento chirurgico, c’era e c’è ancora un uomo di quasi quarant’anni che sta lottando per non morire.

Chissà che a pochi giorni dallo stesso Natale, non sia possibile raccontare il lieto fine della storia di quest’uomo, incosciente di cosa gli sarebbe capitato fino al momento in cui il male ha preso il sopravvento, in maniera improvvisa. Forza Michele, siamo con te. Ognuno di noi sta pregando per te, con la speranza di vederti nuovamente in piedi, indaffarato tra le mille cose di tutti i giorni: il lavoro, la famiglia, di tanto in tanto accarezzando il pallone come solo tu sai fare. Ci fossi stato avremmo vinto di nuovo il torneo di fine anno, quello dove non conta la partita, ma gli amici con i quali giochi, quelli che aspetti di rivedere perché lontani o alle prese con un’altra vita, ma ugualmente imprevedibile.

Vola sulla fascia e fai il gol più importante di sempre, ti aspettiamo e chiediamo al buon Dio di regalarti una seconda vita per Natale, anche se magari sotto l’albero, come tutti, avresti voluto trovare altro.