foto di repertorio

A processo ben 12 persone, tra medici e infermieri in servizio nel reparto di ostetricia dell’ospedale San Paolo di Bari, che dovranno rispondere dell’accusa di lesioni aggravate ai danni di una paziente reduce all’epoca da parto cesareo. I fatti risalgono al 2 febbraio 2018, quando la gravida fu sottoposta all’intervento e i due chirurghi che la operarono, stando all’accusa, le “abbandonarono in addome una garza laparotomica omettendo peraltro all’esito dell’intervento di verificare che la conta delle garze fosse rispondente al vero tanto da sottoscrivere nella check list per la sicurezza in sala operatoria che il conteggio finale di gare è risultato corretto”; si tratta di un reato poi contestato in concorso anche ai due infermieri strumentisti presenti in sala operatoria.

La vicenda

La paziente una volta dimessa cominciò ad accusare dolori sempre più forti all’addome, con febbre alta e stanchezza, finendo per essere ricoverata il mese dopo il parto. Anche in quell’occasione nessuno degli 8 medici che visitarono la donna si accorse della garza lasciata nell’addome; per di più i sanitari sottoposero la neomamma a una fortissima terapia antibiotica che la costrinse a interrompere l’allattamento. La donna dopo essere stata dimessa con diagnosi di “infezione postoperatoria“, tornò a casa ma si rese conto di lì a pochi giorni che stava sempre peggio, motivo per cui un anno dopo, nel luglio 2019, ricominciò a fare accertamenti e si ricoverò alla Mater Dei. In quest’ultimo nosocomio si resero conto della presenza dell’elemento estraneo nell’addome, che aveva ormai formato una massa tale da occluderle l’intestino.

La paziente fu così sottoposta a un delicato intervento chirurgico per rimuovere la garza e parte dell’intestino. Dopo pochi mesi la signora presentò denuncia alla Procura di Bari che raccolse tutte le cartelle cliniche e i documenti in merito ai ricoveri e le analisi mediche della vittima, concludendo le indagini nell’agosto del 2020. Oggi, a distanza di 3 anni, si discute del caso in aula, dove la paziente, ormai 46enne, si è costituita parte civile chiedendo la citazione della Asl come responsabile civile e quest’ultima invece ha chiesto di essere estromessa dal processo. La prossima udienza si terrà il 28 settembre.