“Questa città vuole essere amata, non vuole essere presa in giro”. Ieri il primo cittadino Antonio Decaro ha sbottato in un messaggio di 58 secondi dato in pasto alla rete. Per la prima volta il sindaco è apparso adirato, aveva grinta e passione. Non che non ce l’abbia sempre, ma in questo caso davanti alla telecamera sembrava meno moscio e soporifero. Decaro s’è incazzato perché in Consiglio Comunale non è passato un emendamento che avrebbe evitato ai baresi di pagare 1.500 euro al mese per tre consulenti esterni della Commissione Pari Opportunità che, nei casi migliori, lavorano 40 minuti al giorno.

Cinquantotto secondi serrati serrati, in cui Decaro chiede ai consiglieri assenti e a quello astenuto di spiegare agli elettori le ragioni della propria assenza. Bari merita di più. È vero, caro sindaco, Bari merita di più delle chiacchiare. Bari e i baresi meritano più chiarezza, s’apettano di sapere da lei chi sono gli assenteisti del Consiglio Comunale, convocato una volta al mese. Se tira troppo la corda alla fine rischia di spezzarsi, altro che Decaro bis fino al 2024. In questo modo non si arriva a Natale.

I baresi vogliono sapere perché, caro sindaco, non dice agli accumulatori di cariche, gli stessi assentatisi di ieri, Marco Lacarra, del suo PD e l’ormai celeberrimo Alfonsino Pisicchio, di decidere una volta per tutte da che parte stare. Lacarra non alza il culo dalla poltrona di consigliere comunale se prima non riceve una delega assessorile dal suo sponsor alle elezioni e presidente della Regione Michele Emiliano. Pisicchio, invece, ormai è cosigliere della Città Metropolitana, consigliere comunale barese e consigliere regionale. Chi troppo vuole nulla stringe e fa tutto alla carlona.

Speriamo si sia trattato in ogni caso di impegni improrogabili e non delle solite litarelle di partito al “vediamo chi ce l’ha più duro”. Pare, per esempio, che uno dei papabili a ricoprire il ruolo di consulente – come al solito del resto – ci fosse uno dei trombati alle elezioni, la prima dei non eletti proprio nella lista di Alfonso Pisicchio. Sindaco, smettiamola di additare le persone con le quali poi ci sediamo attorno allo stesso tavolo per decidere le sorti di una città chiaramente allo sbando.

I pezzi del tetris cominciano a non incastrarsi a poche ore della passerrella “ho fatto questo, faremo quest’altro”. L’astenuta di ieri, poi, è Ilaria De Robertis, passata recentemente dal PD al Gruppo misto, proprio perché ha denunciato di sentirsi imbavagliata all’interno di un partito di soldatini tutti ben allineati. La De Robertis, probabilmente, si è astenuta proprio per rendere più evidente la sua mancanza di posizione rispetto agli accumulatori di cariche.

Una volta imitatori, manco troppo bravi, di Grillo e del grillismo; un’altra ancora di quello che fu la Democrazia Cristiana. Sembra questo oggi il PD a tutti i livelli. Aspettiamo un altro video, persino più breve e conciso, con la stessa passione, in cui chiede a Pisicchio e Lacarra di dimettersi. Forza e coraggio. Intanto incassa una bella strigliata da Realtà Italia, pronta a non entrare più in Consiglio Comunale per votare a prescindere, a meno del Bilancio. In quel caso, però, sappiamo che si tratta soprattutto di un atto politico e amministrativo irrinunciabile. Il capogruppo Alessandra Anaclerio ha sbottato a nome di tutti i consiglieri del partito: “Oggi, ancor di più, la maggioranza ha dimostrato forti lacune che purtroppo stanno producendo effetti negativi sui cittadini baresi”. Gli animi sono caldissimi e lei ha tra le mani l’estintore carico, ma in scadenza. Dimostri di non meritare anche lei il cazziatone e di tenere davvero al bene di questa città.