ANTONIO DECARO PRESIDENTE ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI

Il clima politico a Bari si infiamma in seguito alla decisione del prefetto Francesco Russo di nominare una commissione di accesso per valutare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale. Una mossa che il sindaco Antonio Decaro ha prontamente definito come “atto di guerra” nei confronti della città.

La decisione è giunta su input del ministro dell’Interno Piantedosi, alimentando tensioni e sospetti nell’ambiente politico barese. Il Consiglio comunale rischia ora lo scioglimento, con possibili ripercussioni sulle prossime elezioni che potrebbero slittare sino a 18 mesi.

Il contesto di questa crisi politica è segnato dagli arresti scaturiti da un’indagine sulla presunta corruzione e voto di scambio durante le elezioni comunali del 2019. Decaro accusa il centrodestra locale di manovrare per influenzare il risultato elettivo, soprattutto considerando il periodo pre-elettorale.

Il sindaco ha reagito prontamente, inviando al prefetto un dossier dettagliato contenente 23 fascicoli e migliaia di pagine riguardanti l’attività del Comune contro la criminalità organizzata. Tuttavia, Decaro denuncia che la nomina della commissione è avvenuta con eccessiva rapidità, apparentemente senza una corretta valutazione di tale documentazione.

“Il Consiglio comunale di Bari ha sempre risposto con fermezza alla criminalità organizzata”, ha dichiarato Decaro in una recente conferenza stampa, ribadendo il suo impegno contro il crimine nella città. Il sindaco si è impegnato a opporsi con determinazione a questa mossa, definendola un tentativo di sabotare il corretto svolgimento della vita democratica di Bari.

Mentre la situazione politica nella città continua a evolversi, l’attenzione resta focalizzata sull’esito del lavoro della commissione di accesso e sulle possibili conseguenze per il futuro politico di Bari.