Se fossimo in un film in cinemascope saremmo giunti al momento del finale epico.  Il forte è circondato, la tromba ha suonato ed anche il tizio con le patatine ed i pop corn non ci passa più davanti, catturato dallo schermo su cui lui, solo al comando con in testa il suo cappello da scout con la coda di tasso, deve scegliere il finale giusto, in una battaglia che sa di non poter vincere, per salvare tutti i suoi e passare alla storia.

Chi circonda il forte di via Toscana? Non una massa informe di schegge impazzite, che non hanno capito nulla di cosa sia la Croce Rossa 2.0,, non quella fondata da Dunant 150 anni fa, piuttosto quella reinventata dall’avvocato Francesco Rocca a colpi di donazioni e commissariamenti. Sono squadroni di ufficiali giudiziari a cavallo che, spronati dall’esercito dei creditori dell’Ente, hanno provveduto a più riprese a pignorare i conti correnti, non solo del Comitato Centrale, ma anche di quasi tutte le sedi periferiche dell’organizzazione, quindi i vari Comitati Locali e Provinciali ed anche quelli dei tanti Centri di Mobilitazione del Corpo Militare Cri quasi paralizzando l’attività in ausiliarietà alle Forze Armate.

Il tempo passa e le promesse di pagamento pure. Mentre il nostro eroe, sbagliando la mira fa morire gli ultimi difensori della palizzata più vicina al portone dello storico palazzo nei pressi di via Veneto, passando giornate a vergare provvedimento su provvedimento una valanga di diffide, espulsioni e commissariamenti di chi non fa in tempo nemmeno ad alzare la testa, ma vuole semplicemente rendersi conto di quello che gli è stato ordinato di fare e firmare in una tempesta di fuoco amico che sta decimando i quadri dell’Associazione, i creditori vogliono di più.

Non si accontentano di essere arrivati quarti o quarantesimi nel mettere le mani sulle liquidità della più grande associazione di volontariato d’Italia, ma mirano al colpo grosso e stanno iniziando ad aggredire il patrimonio. Questo è formato soprattutto da una serie di immobili, quelli stessi che, donati anche un paio di secoli fa, oggi sono protagonisti di una serie di vorticosi ribassi sul teatro di aste notarili tanto deserte quanto poco pubblicizzate e sempre bandite in fretta e furia.

C’è sempre qualcosa che non torna e solo dalla stipendiatissima cabina di regia di via Toscana hanno la capacità di trasformare un film western in in giallo, conservando i propri privilegi economici anche quando il colore rosso passa dalla croce che spicca nella bandiera, all’estratto di tutti i conti bancari. Il bello è che gli unici a pagare personalmente per questo surreale stato di cose dove, tanto per ricordarlo, non si saldano le fatture di casa propria ma si sovvenzionano le società consorelle estere (e non per questo crediamo non si debba fare beneficenza), saranno i rappresentanti legali dei Comitati Locali e Provinciali privatizzati.

Rappresentanti con le armi spuntate, non coperti più dallo schermo di natura giuridica pubblica che consente ad altri di continuare a spendere ed a commissariare chi non obbedisce agli ordini ricevuti. E tu continua a chiamarle, se vuoi, privatizzazioni.