cassano

Il creativo è acuto e attento: percorre instancabile le praterie della rete e quando Antonio Cassano, ormai stanco di un Parma che non paga, si sgancia dalla scialuppa periclitante e si mette in vendita al miglior offerente, ecco che l’idea torna a vivere e a germogliare nella sua inesausta fantasia.

La prima volta portò abbastanza bene: fra metti a Cassano e metti a Emiliano il passo fu breve, complice anche un giovane talento ribelle che giustamente nessun allenatore voleva piazzare in Nazionale. Dieci anni son passati e i talenti si sono come decantati: quello del bisindaco, adesso in corsa pressoché solitaria per sostituire Nichi Vendola (sul quale si spendono “parole ubriache” nonostante la conclamata alleanza); e quello del mancato grandissimo talento, che ormai non diventerà più un campione da firmamento calcistico, vivendo più di rimpianti che di trionfi.

Ma pur avendo più volte sputato nel piatto natio, resta sempre il giocatore di Barivecchia, poco più che trentenne, ma prossimo ad appendere le scarpe al chiodo: potrebbe essere un’idea quella di caldeggiare il suo ritorno nel Bari, in coincidenza, ma guarda caso, con la campagna elettorale per le prossime regionali.

E “metti a Cassano” nella piccola compagine calcistica cittadina con tante ambizioni e pochissimi soldi, potrebbe quasi automaticamente trasformarsi un un  “Metti a Emiliano” in Regione. Che combinazione fortunata. Certo, stando come stanno le cose politiche pugliesi, ci vuole molto più impegno a farlo perdere che a farlo vincere, il buon Michelone. Ma è bene che nulla resti intentato. E così ha iniziato il successore di Emiliano a palazzo di città, con la solita aria funerea, poco convinta e tristissima, ad auspicare un ritorno del figliol prodigo fra le mura di casa.