Il Centrodestra pugliese, composto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e La Puglia Domani, ha deciso di mettere alla prova la maggioranza presentando una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, Michele Emiliano. La mossa arriva in seguito al rinvio del Consiglio regionale del 23 aprile.

Le tensioni all’interno della maggioranza si sono acuite dopo l’uscita del Movimento 5 Stelle a seguito delle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto esponenti della coalizione, oltre alle dimissioni di alcuni membri del Partito Democratico e del capogruppo di Con. Questi eventi potrebbero ridurre i numeri del centrosinistra in Aula.

Per le opposizioni, questa situazione è considerata “un atteggiamento arrogante e da prepotenti” da parte di Emiliano, il quale secondo loro è giunto alla fine del suo mandato. Il capogruppo di Forza Italia, Paride Mazzotta, ha criticato il rinvio dei lavori del Consiglio regionale come un ostacolo alla ricerca dei numeri.

Nel frattempo, ulteriori critiche sono arrivate a Michele Emiliano da parte di Michele Laforgia, candidato M5s alle elezioni comunali di Bari. Laforgia ha rivelato un retroscena riguardante un presunto messaggio inviato da Emiliano ad Alfonso Pisicchio, ex assessore ora arrestato per corruzione. Questa situazione ha ulteriormente minato la posizione del presidente della Regione.

Nel Partito Democratico pugliese, la situazione è stata aggravata dalle dimissioni della presidente dem di Bari, Titti De Simone, consigliera di Emiliano. Le dimissioni sono il risultato di mesi di tensioni all’interno del Pd barese, con De Simone che ha supportato la candidatura di Laforgia alle elezioni comunali, contrariamente alla scelta del partito che ha appoggiato un altro candidato.

De Simone ha spiegato che la sua decisione è stata presa per garantire una proposta forte e credibile per la città, in grado di recuperare l’astensionismo e di promuovere il rinnovamento della politica e del Pd. Ha anche sottolineato di aver lavorato per una ricomposizione unitaria all’interno del partito.