La Street Art di strada ne ha fatta, è proprio il caso di dirlo: dalle prime “tags” che a fine anni ‘60 sfrecciavano nelle periferie newyorkesi alla velocità di treni e metropolitane, passando all’estetica del lettering degli anni ’80; per arrivare al font grafico dell’elaborazione digitale negli anni ’90 e 2000. Dall’antefatto del writing come atto di vandalismo al muralismo didattico- politico, per finire alla musealizzazione, abbattendo quel muro di confine tra illegale e legale. In ognuna di queste declinazioni l’artista viene completamente coinvolto, se non proprio assorbito dal “pezzo”, che ultimamente assume dei toni forse fin troppo autoreferenziali.

Da questa formula di esasperato egocentrismo lo street artist Giorgio Bartocci prende volutamente le distanze, mantenendo un’attitudine progettuale che poggia sulla componente gestuale e performativa dell’opera. Si intitola infatti “Body Muralism” la personale che la galleria 206 gli dedica fino al 29 giugno, approfondendo questa volta, dopo la scorsa esposizione di Sario De Nola, un’altra direzione del writing e del post- graffitismo. Quella di Bartocci è quasi l’evoluzione della Street Art come arte del corpo e dell’indossare. Nonostante la formazione accademica, l’artista marchigiano ma milanese d’adozione, riesce a declinare il suo muralismo d’arte contemporanea in chiave astratta, adattando la figurazione all’espressionismo, e inglobando con sofisticata originalità elementi di design.

Un progetto complesso che Bartocci propone su grandi dimensioni realizzando installazioni di pannelli lignei a parete, nei quali l’artista trasferisce la sua pittura a camouflage su un supporto materico che rende tridimensionale. E’ questa la novità della sua ultima produzione, esposta nella seconda sezione della mostra, che introduce i lavori più rappresentativi ed eloquenti del suo personale sperimentalismo. Sono i capi d’abbigliamento con cui racconta un processo dell’indossare.

Bartocci è uno dei primi in Italia ad applicare la Street Art alla moda e al brand, mantenendosi operativo nel contesto di arte pubblica urbana che con lui non si ferma sui muri, ma si applica alle produzioni seriali della Fine Art. Pur definendosi un artista di arte pubblica sviluppa un concept  che attraverso l’arte urbana coinvolge un più ampio target di nuovi utenti, un codice che conserva una connessione e una continuità diretta con il textil design, coinvolgendo il corpo nella sua dimensione più quotidiana ed emotiva.

Fino al 29 giugno
Visitabile solo su appuntamento per tutto il mese di luglio
INFO
3282280041

Galleria 206
Via Dei Mille 206

INGRESSO LIBERO
Dal giovedì alla domenica
18.00- 21.00