Questa mattina, 4 luglio 2023, i militari del Nas di Bari, sotto coordinamento della Procura di Trani e il supporto dei competenti Comandi Provinciali Carabinieri, hanno messo in atto una “maxi operazione”: 18 misure cautelari personali a carico di titolari e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie (Bat), di una società di consulenza e di un laboratorio privato di Avellino, oltre che una serie di provvedimenti di sequestro, sia impeditivo che per equivalente, a carico di alcune delle società coinvolte.

Il fatto: ai soggetti in questione, destinatari delle misure, è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata all’adulterazione di sostanze alimentari, frode e falso di attività di produzione e commercio di prodotti ittici in tutto il paese.

Nello specifico, dei 18 indagati, sono cinque le persone in carcere, sette ai domiciliari e le altre sei persone coinvolte sono state destinatarie dei provvedimenti di divieto e obbligo di dimora.

Le indagini sono state il seguito di nove decreti di perquisizioni eseguiti dai carabinieri del Nas di Bari, con la collaborazione di comandi di Napoli, Taranto, Foggia, Campobasso e Salerno, eseguiti a maggio dello scorso anno a danno di un’impresa ittica di Bisceglie e di due laboratori privati e accreditati di Avellino, che si occupavano delle analisi sul prodotto lavorato nell’azienda pugliese.

A monte delle indagini da parte della magistratura di Trani è stata l’intossicazione alimentare che ha colpito una decina di persone di diverse province italiane che hanno consumato del tonno pinna gialla, tra cui una famiglia di Pezze di greco (contrada di Fasano nel Brindisino). Nello specifico il prodotto in questione sarebbe stato decongelato e adulterato con sostanze non consentite affinché se ne esaltasse aspetto e colore, prima di metterlo sul mercato e rendendolo nocivo per la salute dei consumatori.