Circa 340 ricette emesse in seguito a visite in “nero” nella sua abitazione o nel suo studio privato di Terlizzi. In quest’ultimo, tra l’altro, il medico non avrebbe potuto svolgere la sua attività professionale in quanto legato contrattualmente all’Asl di Bari. Questo contratto prevedeva che il ginecologo avrebbe dovuto lavorare solo nelle mura dell’edificio Asl e per questo veniva pagato con un compenso aggiuntivo. Tutto ciò non sarebbe stato rispettato e la Guardia di Finanza, dopo diverse indagini, ha disposto il sequestro di beni per oltre 180mila euro al ginecologo Vito De Chirico.

Il 70enne di Terlizzi, sino al 2020 in servizio all’ospedale Umberto I di Corato, adesso in pensione e residente a Bisceglie, è stato condannato dai giudici della Corte dei Conti a risarcire l’Azienda Sanitaria Locale di Bari con 185mila euro. Nei giorni scorsi, infine, gli sarebbe arrivato anche il sequestro preventivo dei beni, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante.  Sotto chiave sono finiti beni per 185mila euro, ovvero il profitto derivante dal reato di truffa ai danni dello Stato, nonché le visite specialistiche “in nero” quantificate in oltre 100mila euro.