Il tema ricorrente degli ultimi giorni sembra ormai essere uno: gli assembramenti. Mancato rispetto del distanziamento sociale, il famoso metro di sicurezza, l’uso della mascherina, comportamenti responsabili per limitare la diffusione del contagio da coronavirus, pena la nuova chiusura totale delle attività e la restrizione domiciliare com’è stato durante il lockdown. Le multe, i controlli, gli annunci roboanti, non sembrano sortire alcun effetto. Sul banco degli imputati sono finiti prevalentemente gli adolescenti.

Inevitabilmente si sono create due correnti di pensiero contrapposte, da un lato gli accusatori, obiettivo alla mano sempre pronti a scattare foto e dare addosso agli irresponsabili, dall’altro i difensori, quelli che per cui è inevitabile che succeda, cose volete da loro sono ragazzi e bla bla bla, in una sequenza di giustificazioni. In mezzo, accanto a chi ha visto morire i propri cari, e ai tanti è rimasti al verde senza lavoro, stipendio, bonus Inps o cassa integrazione, ci sono dottori, infermieri, personale sanitario, che durante l’emergenza più nera si è fatto in quattro, gli eroi già dimenticati, che ancora stanno pagando per tutti e a cui le pacche sulle spalle, visto cosa sta succedendo, suonano come una presa in giro.

“Perdonatemi, ma sono io il coglione – scrive su facebook un medico postando una foto emblematica della piazzetta di Torre A Mare, affollatissima – che insieme agli altri miei colleghi ed infermieri restiamo oggi, qui, in reparto COVID tutti bardati in spirito di sacrificio, o voi irresponsabili che circolate senza scrupolo di coscienza, con il rischio di potervi contagiare ed ammalare? Fatemi capire signor Sindaco, Presidente …ci sono congiunti fuori Regione che non possono incontrarsi e poi si tollerano situazioni simili”.

Il post ha scatenato un mare di reazioni e polemiche, anche veementi fino alle offese personali. “Intervenite – aggiunge – il 3 giugno con ordinanza o senza vado fuori regione a ricongiungermi. Buon assembramento teste di rapa”. Sì perché, caso mai ve lo foste dimenticato, vige ancora il divieto degli spostamenti fuori regione, oltre quel confine dove ci sono fidanzati, fidanzate, affetti stabili, rimasti al di là di quella immaginaria cortina che tiene lontano il coronavirus, lontano anche da quelli che si sono sacrificati affinché la vita di tutti potesse ricominciare qualche modo. Un esercito disarmato, già passato da salvatore della patria a forza di occupazione che limita le libertà altrui.