Mentre oggi si è appresa la notizia delle indagini a carico di Claudio Stefanizzi, capo di Gabinetto di Michele Emiliano, ieri si è abbattuta un’altra tegola sulla politica regionale vicina al presidente. Il consigliere regionale ed ex assessore all’Ambiente, Filippo Caracciolo, e altre 8 persone sono accusate a vario titolo di concorso in turbativa d’asta, corruzione e falso, con riferimento a due presunte gare truccate per la costruzione di una scuola a Corato e di un impianto per trattamento rifiuti ad Andria. Nei loro confronti la Procura di Bari ha chiuso le indagini. Proprio all’indomani dell’avviso di garanzia da parte della magistratura barese, nel febbraio 2018, Caracciolo presentò le dimissioni da assessore.

Insieme a Caracciolo, nell’inchiesta coordinata dalla pm Salvina Toscani, sono indagati l’ex direttore generale di Arca Puglia, Sabino Lupelli, gli imprenditori Massimo e Amedeo Marino, Onofrio Manchisi, il dirigente comunale di Barletta Donato Lamacchia, gli imprenditori Alessandro Ermini e Rossano Dell’Innocenti, l’ex direttore generale di Amiu Puglia Antonio Di Biase, Il dirigente tecnico dell’Aro 2 Bat dei Comuni di Andria, Minervino Murge, Spinazzola e Canosa di Puglia Antonio Dibari.

L’inchiesta è nata da un altro procedimento su un presunto giro di tangenti in cambio di appalti dell’Arca Puglia, l’agenzia regionale che gestisce le case popolari, nell’ambito del quale l’ex dg Lupelli e l’imprenditore Massimo Manchisi hanno patteggiato la pena.