Appena qualche giorno fa abbiamo pubblicato la notizia del garzone di una farmacia multato di 320 euro dalla Polizia Municipale per essere stato beccato in controsenso sulla bicicletta. La cosa ha fatto molto discutere, tra favorevoli e contrari, tra giustizialisti e possibilisti, diciamo così. Neanche il tempo far spegnere l’eco che ci troviamo a raccontare un’altra storia destinata a dividere le opinioni della gente.

Giovedì pomeriggio, 2 marzo 2017, sono le 18,38, Fabiana sta tornando a casa dal lavoro con la sua bici. Abita al quartiere San Paolo e per tornare usa la metro leggera, il trenino che collega il centro città con la periferia. È tardi, alle 18,43 parte il convoglio e lei è ancora in viale Salandra. Mentre si avvicina all’incrocio con via Pasubio il semaforo passa da verde a giallo. Ha fretta, se si ferma ad aspettare il prossimo via, probabilmente perde il treno e così, proprio mentre scatta il rosso, lei passa, e attraversa l’incrocio: “Avevo ancora qualche secondo prima che il semaforo diventasse verde dall’altra parte. Quel giorno avevo meno di 5 minuti per prendere la metro”.

La fortuna però non sorride a Fabiana. Dopo neanche 500 metri è infatti appostato un agente della Polizia Municipale, che vede tutto e le fa cenno di accostare: “Anche se in ritardo mi fermo, inizialmente pensavo fosse un controllo di routine, prendo la carta d’identità e la do al vigile, chiedendo se volesse anche la patente. Appena avuto il documento, l’agente si mette  a scrivere. Al che per curiosità chiedo: ma scusi che sta facendo? Lui risponde con molta arroganza: le sto facendo il verbale, è passato col rosso”.

A nulla sono servite le giustificazioni di Fabiana, l’aver mostrato gli orari della metro e i tentativi di invocare clemenza: “Centosessanta euro, ridotti a 114 se pago entro 5 giorni. In sette anni di patente non ho mai preso una multa. Naturalmente pagherò perché ho sbagliato, anche se non ho un lavoro stabile e faccio tanti sacrifici. L’agente avrebbe potuto essere un po’ indulgente. Dopo di me hanno fermato anche un extracomunitario, comminando la stessa sanzione, con la differenza che lui probabilmente non la pagherà mai”.