Il Tribunale di Bari ha assolto un 65enne che ha ripreso gli agenti della Municipale mentre lo multavano, fatto che ha innervosito a tal punto uno dei poliziotti da spingerlo ad affacciarsi nell’abitacolo dell’auto dal lato passeggero e a cercare di sottrargli il cellulare.

I fatti risalgono al 9 luglio 2018, ben cinque anni fa, quando il barese Luciano Scrima, alla guida del suo autocarro in viale Orazio Flacco a Bari, secondo gli agenti della Municipale, sarebbe passato con il rosso all’incrocio di viale Papa Pio XII, in direzione piazza Giulio Cesare. L’uomo in quell’occasione fu fermato dalla Polizia che gli ha contestato la violazione. Secondo la ricostruzione dei vigili, il 65enne si sarebbe rifiutato di dare i propri documenti, continuando a negare di aver commesso quell’infrazione, dopodiché avrebbe tentato di riprendere con il proprio cellulare le Forze dell’Ordine che lo stavano multando.

Senonché uno dei poliziotti, innervosito dalla scena, si sarebbe affacciato nell’auto dell’uomo, tentando di strappargli lo smartphone, motivo per cui l’agente poi avrebbe riportato la contusione del polso. In quell’occasione il 65enne è stato accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate e la stessa Procura al termine del processo lo condannò a 8 mesi di carcere e al pagamento di 600 euro di multa. Eppure a distanza di anni, grazie ai referti medici e ad altre testimonianze, le cose sono radicalmente cambiate, tanto da assolvere l’imputato ritenuto invece vittima di un abuso da parte dei pubblici ufficiali.

Nella sentenza del giudice, riportata da La Gazzetta del Mezzogiorno, si legge: “L’imputato si è opposto a che gli operanti gli sottraessero il cellulare, che stava adoperando per filmarli, non ravvisandosi la sussistenza di un atto dell’ufficio. La legge italiana non vieta di riprendere i pubblici agenti, in un luogo pubblico, essendo vietata la diffusione sui social”, per di più “nel caso in cui si ritiene di essere vittime di un abuso da parte di pubblici ufficiali è perfettamente legale riprendere in video o fotografare un agente che abusa del proprio potere utilizzando il materiale (foto, audio, video) per produrlo in giudizio, per incriminare l’autore di un reato o difendersi da una falsa accusa. In altre parole, è lecito tutelare i propri diritti quando c’è di mezzo un reato senza doversi preoccupare di oscurare il volto dell’agente ripreso”.

In alcun modo, quindi, i due vigili erano legittimati a sottrarre il cellulare, addirittura introducendosi nell’abitacolo del veicolo – continua la sentenza -: non è configurabile alcun atto d’ufficio, ma, all’opposto, una condotta compiuta come comuni cittadini, per giunta sussumibile nel delitto di violenza privata“. Tuttavia il reato commesso dai due agenti “è divenuto procedibile a querela e la stessa non è stata presentata”.

Così Scrima, difeso dall’avvocato Attilio Triggiani, è stato assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale perché “il fatto non sussiste”. Prosciolto anche dal reato di lesioni, che a dire del giudice non sarebbero state aggravate, in quanto “conseguenza della colluttazione avvenuta nel tentativo di strappare il telefono cellulare dalle mani”.