foto di repertorio

I Carabinieri Casamassima e Gioia del Colle hanno arrestato Vincenzo Cannella, 32enne, Marco Tatone, 22enne, Gianluca Barbieri, 22enne e Raffaele Catanzaro, 29enne, con le accuse a vario titolo di spaccio di droga e lesioni personali.

Tutto è nato dalla perquisizione domiciliare di un tossicodipendente di Casamassima, lo scorso 24 marzo 2016. A casa dell’uomo erano state trovate tre piante di “cannabis indica”, ma non il padrone di casa, perché ricoverato presso l’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti.

La circostanza aveva insospettito i militari che, approfondendo il caso, riuscirono a far confessare al tossicodipendente il motivo per il quale era finito in ospedale e cioè che era stato picchiato dai suoi fornitori. Infatti, dopo qualche giorno, la vittima presentò formale denuncia attestando che Cannella e Tatone, a più riprese, gli avevano fornito diverse dosi di “cocaina”, pari a complessivi 7 grammi del valore complessivo di € 500, ma che non era riuscito a pagarli.

Successivamente i due fornitori, avvalendosi di altri due complici, Barbieri e Catanzaro, avevano iniziato a sottoporlo a una serie di minacce gravi, avvertimenti, irruzioni presso l’abitazione (durante un’irruzione si erano impossessati di alcuni suoi documenti personali, bancomat, carta d’identità, patente, ecc.). In ultimo, in data 11 giugno 2016, Tatone era andato a prelevarlo presso la sua abitazione e, con Cannella che li aspettava presso un bar, veniva accompagnato in una campagna nella periferia di Sammichele e qui picchiato a sangue, tanto da farlo ricorrere alle cure dei sanitari dell’Ospedale Miulli di Acquaviva, che lo riscontravano affetto da lesioni alla mano e al ginocchio sinistro.

Il Giudice per le indagini preliminari, condividendo in pieno l’esito dell’attività investigativa svolta dai militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, e sulla scorta delle denunce-querele sporte dalla vittima, ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere per i due pregiudicati, responsabili anche della cessione dello stupefacente, e degli arresti domiciliari per gli altrui due giovani che avevano cercato di indurre il NATALE a pagare le dosi di cocaina ottenute.