È stato siglato il 10 febbraio a Palazzo di Città il rinnovo del protocollo d’intesa con il quale l’assessorato al Welfare e la Procura presso il Tribunale per i minorenni di Bari proseguono l’esperienza dell’Unità di pronto intervento minori (PIM). Quest’ultimo consente di intervenire nei casi di abuso-maltrattamento, devianza, evasione dell’obbligo scolastico relativi a minori residenti o rintracciati a Bari.

Hanno firmato il documento l’assessora Francesca Bottalico e il procuratore Ferruccio De Salvatore, alla presenza del comandante provinciale della Guardia di Finanza Roberto Pennoni, del comandante della Polizia Locale Michele Palumbo, di Esterina Oliva in rappresentanza dell’Ufficio scolastico regionale e della squadra socio-educativa del PIM.

Nel corso dell’incontro è stato anche illustrato un resoconto delle attività svolte nell’ultimo anno dal gruppo impegnato in inchieste sociali sui minori a rischio segnalati alla Procura competente.

Le segnalazioni sui minori in difficoltà, che possono pervenire da cittadini, scuole o altre istituzioni, vengono vagliate e istruite dal PIM. Il pronto intervento minori è composto da: tre assistenti sociali, un agente distaccato del comando provinciale della Guardia di Finanza, un maresciallo delle Fiamme Gialle della sezione della Polizia giudiziaria minorile della Procura presso il Tribunale per i minorenni, un sovrintendente della Polizia Locale. L’unità operativa lavora anche in stretta collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per tenere un filo diretto con le scuole.

In un solo anno il PIM è intervenuto su 120 segnalazioni relative a 157 tra adolescenti baresi, relazionando all’esito di un’indagine svolta sul territorio anche con il coinvolgimento di medici di base, docenti ed educatori. Le segnalazioni hanno consentito alla Procura presso il Tribunale per i minorenni di proporre ricorso al Tribunale. Così sono state avviati 88 procedimenti per valutare la capacità dei genitori e individuare la forma di supporto necessario ad affrontare e, se possibile, risolvere la condizione di malessere vissuta dai minori. Il PIM si è occupato di 3 abusi sessuali in famiglia, 19 casi di conflittualità famigliare, 41 situazioni di incapacità educativa, 13 casi di maltrattamenti e violenza assistite.

“Ancora una volta la città di Bari – ha esordito Francesca Bottalico – si dimostra laboratorio di innovazione sociale e buone pratiche a partire dalla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza e dalla capacità di attivare collaborazioni e reti territoriali e istituzionali, sinergiche e generative. Con il rinnovo del protocollo, oggi presentiamo dei risultati importanti a un anno dall’attivazione dell’équipe, a dimostrazione dell’efficacia e della congruenza dello strumento di lavoro costruito grazie alla collaborazione tra: assessorato, Procura, Municipi, Polizia locale, ai quali si aggiungerà la Guardia di Finanza. Insieme siamo riusciti a intervenire in maniera tempestiva, professionale e integrata per prevenire e, in taluni casi, interrompere sul nascere: fattori di rischio, situazioni di malessere, atti di violenza verso sé stessi e gli altri, maltrattamento o bullismo, consentendo la presa in carico immediata e l’attivazione di interventi a tutela di bambini e adolescenti della città.

Un servizio quanto mai necessario in questo momento storico di grande vulnerabilità e fragilità per il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza; come emerge dagli ultimi episodi di cronaca, dalle segnalazioni che arrivano dal territorio o dalle richieste di aiuto ricevute dai nostri servizi e dalle antenne territoriali. A tutto questo stiamo tentando di rispondere con: la formazione di operatori scolastici, socio-sanitari ed educativi, più servizi, l’attivazione in tutti i quartieri di sportelli gratuiti di ascolto psicologico e pedagogico, l’avvio di una task force sulla prevenzione al suicidio e a contrasto del disagio adolescenziale nelle scuole e nei presidi educativi teritoriali. Un’attività integrata tra analisi e rilevazione del bisogno, programmazione e interventi che in un solo anno, forse il più complesso dal dopoguerra, ci ha permesso di incidere in maniera attiva sul contrasto al disagio minorile. Pertanto ringrazio tutti, in primis il procuratore De Salvatore, la Polizia Locale e gli assistenti sociali dell’assessorato e dei Municipi, che con impegno, passione e professionalità stanno portando avanti un lavoro straordinario”.

“Oggi vogliamo dare conto da un lato di quella che è la situazione minorile a Bari – ha proseguito Ferruccio De Salvatore – dall’altro del lavoro svolto dal pronto intervento minori, nel corso dell’ultimo anno, grazie al coinvolgimento dei diversi soggetti. Nella nostra città abbiamo fasce di popolazione che vivono in condizioni di precarietà economica e sociale in cui elevata è la densità criminale e notevole il malessere dei più giovani, che si sostanzia in quella devianza che è in primo luogo avversione alle regole. Molteplici sono le cause di quel malessere che siamo chiamati ad arginare ma sopratutto a prevenire, e non tutte hanno origine nella precarietà economica. Riguardano anche la crisi delle relazioni affettive e la disgregazione dei nuclei famigliari, che minano alla base la sicurezza di tanti bambini e adolescenti accentuandone il senso di solitudine e amplificandone il disagio. Non è un caso se sono moltissimi i minorenni segnalati per eccessiva aggressività nelle relazioni con i pari o per un rapporto sregolato con il cibo, spie di un disagio trasversale ai diversi contesti economici. Numerosi sono anche i casi di violenza assistita in famiglia, il più delle volte ai danni delle donne. Ma il malessere dei più giovani nasce anche da una vita di relazione che riduce al minimo le emozioni. Con l’abuso delle nuove tecnologie e dei social, le dinamiche incidono profondamente sulla loro percezione della realtà. Così risultano passivi, quasi osservatori distaccati, incapaci di esserne attori. Anche in questa chiave potrebbero spiegarsi condotte particolarmente aggressive come pure gli atti di autolesionismo, sempre più diffusi, o l’abuso di alcol e di sostanze anche tra i più piccoli. Proprio sulla base di questo quadro abbiamo deciso di dar vita al PIM, nel tentativo di dare una risposta rapida alle tante segnalazioni che riguardano i quasi diciottenni in difficoltà. La rapidità, infatti, è un elemento chiave per affrontare con successo l’espressione di un disagio.

Alla luce dei casi trattati, credo di poter dire che il pronto intervento minori rappresenti un fiore all’occhiello della nostra Procura. Per questo ringrazio in primo luogo chi opera sul campo: gli assistenti sociali, gli ufficiali e agenti della Guardia di Finanza e il personale della Polizia Locale. Senza la loro professionalità e il loro impegno non credo che avremmo conseguito risultati altrettanto significativi. Pertanto auspico che il PIM, oggi una buona prassi nel panorama nazionale, possa essere non solo confermato ma anche rafforzato nel tempo come strumento di intervento, prevenzione e protezione dei minori”.

“Credo sia doveroso fare un resoconto di queste attività, anche per dare atto del lavoro svolto in modo sinergico e proficuo – ha proseguito il comandante Palumbo –. Questa è un’esperienza bellissima, portata avanti da un gruppo di persone che hanno lavorato intensamente per raggiungere questo risultato. Auspico davvero che si possa ripetere in altre Procure, così come mi auguro si possano incrementare le nostre risorse al servizio del progetto, magari con le assunzioni che a breve dovrebbero rinforzare il corpo della Polizia Locale”.

“Siamo particolarmente contenti di partecipare al progetto, che non attiene direttamente alla nostra missione istituzionale ma che in realtà è molto più pertinente di quanto si possa immaginare – ha concluso il comandante Pennoni –. Vorrei sottolineare come questa équipe agisca nel modo migliore al fine di aiutare molti minori nella fase più importante della loro vita. Sono situazioni molto delicate che vanno affrontate con prudenza, soprattutto sotto il profilo umano, e noi siamo pronti a offrire il nostro contributo con lo spirito giusto”.