“Ormai i grazie non sono più per noi. Siamo stati dimenticati e non siamo più gli eroi tanto decantati nella prima ondata”. Lo sfogo è di un operatore del 118 riguardo delle donazioni da parte di alcuni imprenditori ai sanitari che lavorano negli ospedali.

L’operatore e i suoi colleghi non sono indignati per non aver ricevuto uova o colombe di Pasqua, ma per non aver avuto neanche un grazie per il lavoro svolto sinora nelle strade della regione.

“Noi siamo quelli lasciati a marcire anche 10 ore fuori dai Pronto Soccorso non solo per aspettare l’accettazione del paziente, ma soprattutto perché non ci restituiscono la barella. A chi fa rallentare il sistema vanno i grazie e le donazioni – sottolinea l’operatore 118 – mentre a noi che operiamo sul territorio nulla. Siamo stati completamente dimenticati”.

Dall’inizio della seconda ondata sono tanti gli sfoghi arrivati dagli operatori del 118, incominciando dalla svestizione in mezzo alla strada in balia del freddo e delle intemperie e finendo con i lunghi tempi di attesa che non permettono un costante controllo sul territorio. Il sistema, come più volte sottolineato dagli stessi sanitari, è ormai fallito e la pazienza purtroppo si perde anche per piccole cose.