La pandemia continua a tenere sotto scacco il sistema sanitario regionale. La zona rossa in Puglia non è bastata ad allentare la pressione sugli ospedali, letteralmente assediati dai mezzi di soccorso, costretti a ore di attesa prima di poter lasciare il paziente e ritornare a coprire il territorio.

Venerdì scorso, giorno della tardiva ordinanza che inasprisce le restrizioni firmata dal presidente Emiliano, il suo assessore alla Sanità Lopalco ha invitato i pugliesi a non uscire di casa se non è strettamente necessario. In pochi hanno accolto l’appello e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

A riprova di quanto appena scritto c’è l’ennesimo affollamento di ambulanze del 118 verificatosi al Pronto Soccorso del Policlinico. Intorno alle 9.30 ce n’erano tre in attesa, a tutte è stata “sequestrata”, tra virgolette, la barella, perché in quel momento disponibili non ce n’erano, tutte occupate da pazienti al pari dei posti letto. Gli episodi analoghi, di cui vi daremo conto nelle prossime ore, sono in aumento e gli operatori dell’emergenza-urgenza sono esausti. Lo sono soprattutto quelli dei Pronto Soccorso e del 118.

Uno degli equipaggi, nel tentativo di sfruttare il tempo di fermo obbligato del mezzo, ne ha approfittato per sanificare e fare rifornimento di carburante e ossigeno, per poi tornare al Policlinico a tentare di riavere la barella, cosa purtroppo risultata impossibile.

Stante la necessità di eseguire un intervento di soccorso, l’ambulanza diventata automedica, è stata inviata in via Calefati, dove medico e infermiere sono saliti a casa della persona da aiutare. Sul posto, nel frattempo, è arrivata un’ambulanza dalla postazione di Palo del Colle, in modo da poterne utilizzare la barella, necessaria per il trasporto al Policlinico.

A quel punto, per il medico e l’infermiere del primo equipaggio si è resa necessaria la svestizione dei dpi contaminati, così come la sanificazione dei presidi. Completate le operazioni, il mezzo è tornato in ospedale verso le 15:15, dopo 6 ore dall’arrivo col paziente, per cercare di riavere la barella, ferma dalla mattina, così come altri presidi, con la conseguenza di scoprire il territorio dell’importante mezzo salvavita. La situazione è delicata, ma a parte gli addetti ai lavori sembra che in pochi altri lo abbiano capito.